I torpedoni sui lungarni, stracarichi di turisti arrivati a consumare la Disneyland di un solo giorno, sono spariti. Il centro è vuoto, i fiorentini sono appena poco fuori, alle Cascine, piene come mai prima (o forse è solo il contrasto a fare la differenza), oppure in periferia. Negli alberghi non c’è nessuno. Nella trafficatissima via Panzani, mancano trolley e pendolari. A maggio sono state cancellate le prenotazioni del 99 per cento degli hotel della città metropolitana, a giugno il 91 per cento, a luglio il 77 per cento, dice Confindustria. Vuoto anche “The Mall”, nella vicina Reggello, dove gli autobus scaricavano visitatori asiatici a caccia di Gucci a sconto. Firenze città deserta. La Firenze degli Uffizi, delle università americane, ma anche la Firenze che vende gelati ad aria e pizze di cartone vicino Ponte Vecchio. “Si è rovesciato il senso della vita della città. Quel che è rimasto di vita urbana è nei quartieri”, dice al Foglio lo storico Zeffiro Ciuffoletti, che ieri s’è fatto quattro passi verso il centro, non trovando nessuno. “Prima dovevi bucare le frotte dei turisti arrivando dalla periferia, dove c’era un’aria più rarefatta. Adesso è il contrario. E’ il centro a essere un fantasma”.
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