Braghe e braghettoni
I 54 episodi di South Park che irridono Gesù. Cinque mostrano Maometto e ora vengono censurati su Hbo
Roma. Quando i creatori di South Park furono minacciati di morte dagli islamisti, spingendoli ad autocensurarsi in una puntata in cui si ironizzava su Maometto, i Simpson si schierarono in difesa dei colleghi. In un episodio Bart scrive alla lavagna: “South Park. Staremmo con voi se non avessimo troppa paura”. Ci risiamo. Secondo il sito di notizie hollywoodiane Deadline, i produttori di South Park avrebbero concordato con Hbo Max la decisione di eliminare dal programma creato da Matt Stone e Trey Parker cinque episodi della famosa serie animata americana e che ritraevano il Profeta Maometto. E parliamo del più scurrile, satirico, dissacrante e politicamente scorretto show televisivo americano.
Dieci anni fa, i creatori di South Park erano già stati minacciati dagli islamisti, portando la Comedy Central a ritirare gli episodi “offensivi”. “Finirete come Theo van Gogh”, recitavano i messaggi in riferimento al regista olandese sgozzato ad Amsterdam da un islamista per il film “Submission”. Gli episodi che Hbo Max rifiuterà di trasmettere includono “Super Best Friends” della quinta stagione e “200 e 201”. I due episodi sono stati eliminati anche da Hulu e sono stati persino rimossi dal sito di South Park. Su Hbo Max sono stati rimossi anche “Cartoon Wars Part I” e “Cartoon Wars Part II”, anche se questi episodi sono ancora sul sito di South Park.
La serie animata che racconta le avventure di quattro bambini iscritti in una scuola in Colorado ha conquistato un vasto pubblico in tutto il mondo con la sua visione satirica della società americana. La piattaforma Hbo Max aveva appena acquisito i diritti per l’intera serie per mezzo miliardo di dollari. Nel 2005, un episodio di South Park raffigurante le mestruazioni della Vergine Maria aveva suscitato indignazione negli Stati Uniti. Ma nessuno pensò di eliminarlo.
“E i 54 episodi (almeno) dove prendono in giro Gesù?”, si è domandato il filosofo francese Raphaël Enthoven su Twitter. Fra quelle 54 puntate c’è anche quella dissacrante e grottesca dal titolo “Jesus Vs. Devil”, in cui viene organizzato un incontro di pugilato tra Gesù e il Diavolo. Hbo aveva già scatenato accesi dibattiti annunciando due settimane fa il ritiro del film “Via col vento” di Victor Fleming. La pellicola è stata finalmente rimessa in onda, ma questa volta preceduta da un disclaimer, un avvertimento destinato a “contestualizzare” il lavoro per ricordare al pubblico che le rappresentazioni culturali mostrate sullo schermo sono “obsolete”, come affermano molti attivisti dei movimenti progressisti contemporanei.
Non solo South Park
Questa disparità di trattamento sulle religioni era già stata osservata dall’avvocato Richard Malka, che ha difeso Charlie Hebdo in seguito alla pubblicazione delle caricature di Maometto. Nel suo “Elogio dell’irriverenza”, l'avvocato ricorda che il settimanale si è ripetutamente dilettato nella caricatura di santi cattolici, del Papa e dello stesso Dio dalle sembianze giudaico-cristiane, ma che “anche a Charlie Hebdo non oseremmo fare un decimo di questo su Maometto”. Così, se il direttore del New York Times Dean Baquet giustifica la decisione di non pubblicare Maometto perché “le immagini del Profeta offendono i musulmani”, lo stesso Times pubblica l’opera di Niki Johnson “Eggs Benedict” (diciassettemila preservativi di vario colore che formano il volto di Papa Benedetto XVI) e l’opera di Chris Ofili “La Santa Vergine Maria”, la madre di Gesù ricoperta di feci e genitali.
Un tempo della censura almeno ci si vergognava, si arrossiva della propria codardia. Adesso nel parco giochi dell’intrattenimento e dei media la si pratica senza neanche un’alzata di sopracciglio. Lo sanno tutti: alcune religioni sono più uguali di altre. Ha osservato Andrew Sullivan: “In passato South Park ha preso in giro Gesù e Satana, i mormoni e Scientology, i cattolici e il Buddha, senza che nessuno degli aderenti a queste fedi minacciasse di morte gli autori. Ma i sunniti hanno protestato e Comedy Central si è calata le braghe”. E abbiamo indossato i braghettoni politicamente corretti.
generazione ansiosa