Ci piaceremo ancora, sfatti e zozzi, sudati e stanchi, terrorizzati e spenti, depressi e pessimisti, disoccupati e cassaintegrati, sciatti e veri? Ci desidereremo ancora, struccati, spettinati, con le t-shirt al posto delle camicie, e le scarpe da jogging al posto dei tacchi, e le tute al posto dei tailleur, e la zappa (o il mestolo) al posto del pc, perennemente sportivi, comodi, morbidi, domestici, casalinghi? Ci sedurremo, intrigheremo, appassioneremo senza filtri, misteri, rimandi, recite, correzioni e correttivi? Ci dovremo amare al naturale. Al naturale, in fondo, tendevamo già da parecchio prima del Covid, quando sbarazzarci delle regole dell’attrazione e di tutto il loro armamentario insostenibile, talvolta persino passè, era un fatto ideologico, una lotta al canone, al modello unico, al dettame patriarcale, consumista, capitalista, una rivolta contro l’alienazione virtuale. Di rimetterci in ghingheri, dopo mesi in ciabatte e salopette, non ci va, e non solamente perché vestiti da niente, per coprirci e basta, ci siamo trovati bene e ci siamo sentiti al sicuro dai nostri difetti, ma perché ci hanno visti tutti: il capo, i colleghi, gli amici, i fidanzati, i filarini, gli ex. Abbiamo incontrato tutti su Zoom, da casa, e se nelle prime settimane di isolamento ci presentavamo sia in riunione sia all’aperiskype (scusate, ma dicevamo proprio così) come se fossimo in presenza, e quindi aggraziati, impomatati e lucidati, poi abbiamo ceduto, via la giacca, via la cravatta, via il rossetto, via il reggiseno, i bambini hanno cominciato a interrompere solenni vertici aziendali, alle spalle dei manager sono spuntati gli stendini, e poi i detersivi, e poi le colf, e poi i papà in grembiule, e poi vi dispiace se cambio la pupa mentre voi decidete il piano editoriale di settembre? La settimana scorsa, il capo degli Esteri di Sky News Uk, Deborah Haynes, era in diretta tv dal suo salotto quando a un certo punto suo figlio ha aperto la porta e ha detto, fortissimo, “Mamma, mi dai un biscotto?”. Forse non succederà più che una mamma si vergogni di avere la camicetta macchiata dal rigurgito di suo figlio, né che l’uomo che si ritrovi a baciarla reagisca schifato come lo stronzo con cui esce una sera Helen Hunt in “Qualcosa è cambiato”, che non sopporta neppure la tosse del piccolo. Forse.
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