Roma. Con la curva dei contagi in risalita e alcuni focolai legati a serate in discoteca, il mondo dell’intrattenimento in questi giorni è un sorvegliato speciale. Gli assembramenti nei locali da ballo sembrano un paradosso, se si pensa che per concerti e musica dal vivo le regole in confronto sono molto più rigorose. Eppure si è creata una zona grigia che li ha resi possibili. Finora i decreti Conte hanno lasciato alle regioni la responsabilità di decidere se consentire la riapertura delle discoteche, almeno di quelle che possono garantire uno spazio all’aperto. E’ bastato scrivere delle linee guida sui comportamenti da seguire, sorvolando sul fatto che il distanziamento sociale è quanto di meno praticabile su una pista da ballo, e da fine giugno si è alzato il sipario sulla movida di questa singolare estate. Non c’è da stupirsi allora se, dopo essersi spesi per ottenere il via libera, molti imprenditori del settore hanno ricominciato a lavorare, anche in funzione della stagione turistica. Senza discoteche e locali, perderebbero di fascino diverse località estive prese d’assalto proprio per questo tipo di offerta, un po’ come dire “vieni a ballare in Puglia, ma quest’anno non mettiamo musica”.
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