Agli antipodi della Costa Smeralda c'è una parte di isola piena di meraviglie ma senza riflettori puntati addosso, tra miniere abbandonate e pomodori giganti. Che, invece delle discoteche, punta ai pensionati europei, sul modello del Portogallo
Fluminimaggiore (Comune di Carbonia-Iglesias) – Sardegna del nord (est) e Sardegna del sud (ovest): due facce diverse di una stessa isola che sono due mondi a sé pur distando poche ore e non troppi chilometri l’una dall’altra. Da un lato la Costa Smeralda con i suoi successi – soprattutto economici – ed eccessi tra ville, yachts, hotel a cinque stelle e magnum di champagne; dall’altro miniere e industrie chiuse da anni, una piccola economia fatta di agro pastorizia e artigianato locale, pochi alberghi, qualche b&b e agriturismi dispersi tra molto verde e autenticità. Su ci sono il Golfo degli Aranci, Porto Cervo, Porto Rotondo, Palau e La Maddalena che tutti o quasi conoscono; giù ci sono Carbonia e Porto Pino, Sant’Antioco e Carlo Forte, ma anche Buggerru e Portixxeddu, Capo Pecora e la spiaggia di Scivu, il tempio di Antas Sardus Pater e la Grotta di Su Mannau, meraviglie con pochi riflettori puntati addosso tra pecore, capre e pomodori giganti coltivati dai contadini locali che alla birra Ichnusa – passata oramai in mani olandesi – preferiscono di gran lunga Cannonau e mirto.
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