“Credo nella scienza italiana”, ha detto la prima dei novanta volontari recatasi lunedì allo Spallanzani di Roma per farsi iniettare il test del vaccino Made in Italy contro il Coronavirus. Nei prossimi sette mesi le visite di monitoraggio e controllo su queste nobili cavie ci diranno se il vaccino funziona e/o se sviluppa effetti collaterali (tipo mutare il nostro sudore in gel igienizzante o farci sviluppare protuberanze su tutto il corpo lunghe almeno un metro); ma affinché questa fase di sperimentazione sia davvero attendibile bisogna che gli altri ottantanove volontari siano, al contrario della signora, scettici se non addirittura No Vax: solo così potremmo scongiurare il pericolo di un effetto placebo.
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