La guerra dei sessi ha prodotto un maschilismo separatista, che non ha niente a che fare con il patriarcato e non sempre odia le donne: semplicemente le rifiuta. Letteratura, cronaca, social network: indagine sui nuovi maschi, spiazzati, confusi, soli
Erano gli anni Novanta e Martin Amis cominciava uno dei suoi romanzi migliori, “L’informazione”, così: “Le città di notte contengono uomini che piangono nel sonno, poi dicono Niente. Non è niente. Solo un sogno triste. O qualcosa del genere… Passa rasente sulla nave del pianto, con i radar delle lacrime e le sonde dei singhiozzi, e li scoprirai. Le donne – e possono essere mogli, amanti, muse, macilente, pingui nutrici, ossessioni, divoratrici, ex, nemesi – si svegliano, si girano verso questi uomini e domandano, con femminile bisogno di sapere: ‘Che cosa c’è?’. E gli uomini dicono: ‘Niente. No, non è niente davvero. Solo un sogno triste’”. Il libro raccontava la storia dell’amicizia tra uno scrittore di successo e uno d’insuccesso, e lo faceva come si faceva tutto in quegli anni: dal centro, o se preferite dal cuore, non dal contesto. Era una storia intima, umana e feroce. Lucidissima.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE