I monumenti non cadono tutti allo stesso modo. Alcuni si lasciano appena scalfire dallo scorrere del tempo e dal variare degli assetti politici, patiscono mutilazioni parziali e incurie momentanee, ma alla fine restano al loro posto, tenaci e addirittura sprezzanti per quella conseguita imperfezione che sembra renderli ancor più inattaccabili. Altri, invece, precipitano senza appello, vittime di una condanna implacabile. Vengono divelti dai piedistalli, frantumati, dispersi, talvolta adoperati come materiale per una nuova, effimera celebrazione di grandezza. Di alcuni monumenti possiamo contemplare le rovine, insomma, e di altri non restano che le macerie, per riprendere l’ormai celebre distinzione proposta da Marc Augé.
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