Serietà e rigore, niente baldorie natalizie? Se vi dedicate al gioco e rimanete inchiodati alla scacchiera, è quasi come essere vaccinati. Storie, campioni, follie dello “sport più violento che esista”, di nuovo popolare grazie a una magnetica serie tv. Il racconto di un filosofo scacchista
Serietà e rigore, rigore e serietà. Cioè: niente baldorie natalizie, il virus continua a circolare e il governo vieta gli spostamenti. Restate a casa, giocate a scacchi, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, riferendo in Parlamento. No, non ha detto proprio così, ma avrebbe potuto dirlo. Perché se vi dedicate al gioco e rimanete inchiodati alla scacchiera, altro che spostamenti: è quasi come esser vaccinati. Grazie poi a The Queen’s Gambit – la serie Netflix al primo posto tra le più viste nell’ultimo mese in 63 paesi – su Google la ricerca “how to play chess” ha conosciuto un picco eccezionale. Il New York Times scrive: la serie ha riacceso l’interesse per gli scacchi, e anche le vendite del gioco. Questa è la buona notizia: se volete imparare a giocare a scacchi, non siete i soli. La cattiva è che per imparare davvero ci vuole più tempo che per leggere questo articolo. Ma, se può esservi di incoraggiamento, un’altra buona notizia è che il sottoscritto ha imparato da piccolo quattrenne, nel 1972 – quando in tv non c’erano serie e Regine ma sceneggiati e Fate turchine, anzi lollobrigide, quelle de Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini. Il che vuol dire che si può provare a tutte le età, anche senza l’ausilio della tv. (Non aspettate la seconda stagione, insomma).
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