Tod's cerca i giovani e chiama Chiara Ferragni nel suo cda
Da regina delle influencer a voce etica di riferimento per le nuove generazioni, ora entra anche nel cda dell'azienda di Della Valle. Parabola di un modello di successo
Non sappiamo quanto Chiara Ferragni, cooptata nel cda di Tod’s questa mattina, porterà “la voce dei giovani” fra le stanze di una azienda che da qualche anno cerca di riposizionarsi e di intercettare i gusti di consumatori sempre meno interessati al mito dei polacchini che forse indossava Gianni Agnelli e alle foto delle famiglie abbienti del paese, e sempre più alla realtà effettiva, cioè contemporanea, del pianeta.
Avendo passato i trenta già da un po’, non è più granché giovane neanche lei, Chiara Ferragni da Cremona, perlomeno nel famoso “mondo globale” dove l’età media degli startupper di successo, per esempio in Cina e in Corea del Sud, è attorno ai ventisette. E’ però una giovane signora che nel giro di un anno ha saputo riposizionarsi da influencer e imprenditrice di una propria linea di accessori in voce etica, coscienza ascoltata dai suoi coetanei e dagli adolescenti che sognano di emularla. Il punto di svolta fu, come molti ricorderanno, la raccolta fondi per la costruzione di un’ala per le terapie intensive al San Raffaele: 4,5 milioni di euro raggranellati in un anno con offerte di anche soli venti euro (cioè, del pocket money degli adolescenti), postazioni approntate in pochi mesi.
Poi, durante l’estate del nostro scontento, fu la volta della visita agli Uffizi, su invito di quel grande annusatore dello zeitgeist che è il direttore Eike Schmidt e fra le invettive di quelli che, come Tomaso Montanari, ululavano contro la presunta svendita della cultura per partito preso, perché di certo non ignorano che la maggior parte dei pittori rinascimentali, e non solo, lavorava in gloria dei committenti, e che i dipinti ora raccolti agli Uffizi servivano perlopiù a rallegrare cene e convivi, non certo a essere ammirati in muto rapimento.
Con altre due o tre uscite di buon senso sull’andamento malandrino delle vaccinazioni (escluso lo scivolone “lei non sa chi sono io” sulla nonna di Fedez), lo spostamento dell’asse semantico-comunicativo del brand Chiara Ferragni da svaporatella di successo a giovane madre della patria è quasi completato. E comunque, oltre a lei al momento non si vede granché: il resto delle influencer che fino a cinque anni fa sembravano il futuro del sistema si è perso per strada o interpreta il ruolo della vajassa nei reality show di Mediaset, mentre la moda sta scegliendo di tornare addirittura alla sola parola scritta nelle proprie campagne, vedi Valentino, Gucci e Bottega Veneta.
Ecco perché, quindi, il patron di Tod’s Diego Della Valle può dichiarare che “ritenendo sempre più importante occuparsi di impegno sociale, della solidarietà verso il prossimo e della sostenibilità nel rispetto dell’ambiente e del dialogo con le giovani generazioni, la conoscenza di Chiara del mondo dei giovani, unita all’esperienza dei membri del cda, possa costruire un gruppo di pensiero dedicato a progetti focalizzati alla solidarietà verso gli altri, con forte attenzione al mondo giovanile che, mai come in questo momento, ha bisogno di essere ascoltato".
In tutto questo, come avrete capito, il marito di lei, Federico Lucia in arte Fedez, di professione cantante, è parte del network di Chiara Ferragni. Un altro bel messaggio per le giovani generazioni, senza contare che, nelle aziende della moda, le donne occupano solo il 21 per cento delle cariche nei cda, meno della metà di quanto accada in Francia.
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