viaggio nel web
Anche le sex doll hanno Instagram
Ci sono cinquantenni che vogliono desessualizzare le loro bambole del sesso. Le vestono, le mettono in posa e creano per loro una personalità sui social
Esistono uomini che fanno sesso con delle bambole di silicone e questa non è una novità. Esistono anche uomini di mezz’età che non fanno più sesso con le loro sex doll ma passano ore e ore a creargli una personalità, vestirle, truccarle, pettinarle, metterle in posa per fare scatti da caricare su Instagram. Dopo aver letto un articolo scandalistico su una donna che ha usato la chirurgia plastica per sembrare una sex doll, T, un recensore di giocattoli sessuali dagli Stati Uniti, ha aperto un account Instagram per la sua bambola sessuale Celestina. T è stato un pioniere e Celestina è diventata popolare. Oggi gli account di sex doll si sono moltiplicati e alcune raggiungono anche milioni di follower. C’è una comunità di sex doll su Instagram: si parlano a vicenda, si fanno complimenti e si danno consigli, rispondono ai loro fan (spesso inconsapevoli di parlare con delle bambole), fanno sponsorship con brand di abbigliamento o make up, si aprono profili su OnlyFans e gareggiano per essere sulla prossima cover di “Cover Doll”, il Vogue delle sex doll.
Pensare che in realtà a scrivere “I tuoi capelli sono setosissimi, come fai a tenerli così?” c’è un uomo calvo in pensione è una doppia contorsione cerebrale – i capelli sono di plastica e lui parla attraverso un avatar di silicone. Sì, ci sono signori che invece di andare a giocare a golf o a bocce guadagnano soldi impersonando le loro sex doll su Instagram. La tendenza nasce da un sito chiamato The Doll Forum, pieno di foto scattate a bambole del sesso. Ma qui siamo ancora alla loro funzione base, quella porno: sex doll in lingerie. Adesso questi gentleman vogliono desessualizzare le loro bambole sessuali – si saranno scocciati di fare sesso con le mogli e pure con le sex doll? Usando una combinazione di Photoshop, video deepfake e collaborazioni, questi fotografi di bambole stanno tentando di dare alle loro sex doll profondità e personalità. Essere un fotografo di bambole richiede molto lavoro, dicono. Ci vuole vera abilità per far sembrare la pelle sintetica reale o per dare alle bambole inanimate espressioni credibili. Poi bisogna creare un personaggio, dare alle bambole una parvenza umana anche nel carattere.
Dean Bevan, fotografo di bambole dal Regno Unito, è un infermiere in pensione che dice di essere stato ispirato dall’opera dell’artista americana Stacy Leigh, diventata famosa per le sue foto a sex doll in situazioni quotidiane come mangiare una pizza o leggere un libro femminista. Atomic, il partner umano di una bambola di nome Alita, le fa indossare un crocifisso che rappresenta i suoi valori “cristiani e conservatori”: abbiamo anche una sex doll che ci fa lezioni di catechismo su Instagram. C’è anche una coppia di cinquantenni dalla Florida, Mindy e Marty. Lei è molto fiera di una foto della loro sex doll vestita da ballerina – per farla mettere in quella posizione da danza classica ha dovuto modificare lo scheletro della bambola. Tasha, una delle più popolari, ha vari brand che vogliono mandarle abiti, nella bio ha scritto “she/her” come una qualsiasi Gen Z. La caption di una delle foto della bambola è: “A Tasha piace la storia, soprattutto quella medievale, lo shopping e il gossip. Sta cercando il principe azzurro ma è difficile al giorno d’oggi”. Una didascalia da boomer come il suo padrone, il manager in pensione che parla attraverso di lei sui social.
Sarà per rendere qualcosa che gli piace accettato e apprezzato anche dagli altri e non più fonte di vergogna, per sfogare il loro lato femminile o per guadagnare, poco importa. Come donne vicine alla menopausa si comprano bambole reborn da tenere a casa, nelle culle, uomini in crisi di mezz’età non si comprano più la moto (fatica), non si fidanzano più con le ragazzine (fatica doppia) ma si divertono a impersonare bambolone sexy sui social.