Saverio ma giusto
Dopo il caso Propaganda Live, una proposta: aboliamo gli ospiti
Se il problema è la sottorappresentazione in tv di una minoranza, la soluzione è sottorappresentare il genere umano. La pandemia ha eliminato il pubblico, noi eliminiamo gli ospiti e prima o poi spariranno anche i conduttori
Riassumo per chi si fosse svegliato solo adesso da un coma di almeno una settimana o sia reduce da un digital detox di quelli seri: venerdì scorso la giornalista Rula Jebreal era stata invitata nella trasmissione televisiva “Propaganda Live” su La7 per parlare del conflitto israelo-palestinese, ma quando sui social ha visto che tutti gli altri ospiti della puntata erano maschi ha pubblicamente dato forfait per disparità di genere. Comunque la si pensi, il gesto di Rula Jebreal ha creato un precedente che può mettere in crisi l’intero settore delle ospitate televisive – e tutto l’indotto di libri, cd, film in promozione – a cominciare proprio dal programma di Zoro&Co (i quali, dopo questa vicenda e i recenti guai del musicista Roberto Angelini con la Finanza, hanno riportato in auge l’appellativo di “compagni che sbagliano”): ora infatti chi avrà il coraggio di andare ospite di “Propaganda Live” venerdì prossimo?
Con il clima che c’è, polarizzato manco fosse in corso una tempesta magnetica, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dal credo politico o religioso, comunque fai sbagli. Se vai a “Propaganda” sei sessista, maschilista, patriarcale (e anche evasore fiscale, già solo se dici di guardarlo sei in odore di caporalato e accertamento); se non vai, non hai mai visto il programma, non lo conosci, non lo capisci (e sei anche amico delle guardie, “traditore incattivito dalla vita”). Sono giorni che a Roma (il bacino ospiti del programma in questione raramente esce dal Raccordo anulare) i telefoni di attori, giornalisti, musicisti, sono in modalità aereo, spenti o immersi nell’acqua; se per sbaglio uno risponde, poi tossisce e dice che sta in quarantena. Ma al netto del singolo programma, qui la questione si fa generale: d’ora in avanti con quale criterio invitare ospiti in tv senza pestare un merdone – materia di cui ormai sono lastricate tutte le strade? Per merito? Per rappresentanza? Par condicio non solo fra i politici ma anche fra i sessi? / fra le etnie?
Non bastava il caso Fedez, ora ci mancava anche questa… Lo choc è profondo, perché qualunque criterio la singola trasmissione deciderà di darsi, sarà una rivoluzione visto che nella stragrande maggioranza dei casi la tv la si fa con chi viene, con chi ci sta: i soldi nel 95 per cento dei casi non ci sono più, Obama se va lo fa da Fazio, e quindi l’unico vero criterio che si persegue in qualunque redazione tv è la personale rubrica telefonica – ognuno faccia un processo alla propria su quanto sia inclusiva, pluralista, multiculturale.
Come uscirne? Non vedo alternative: aboliamo le ospitate tv. Sottorappresentiamo tutta l’umanità, non solo le donne – in fondo, al netto di qualche documentario naturalistico, la nostra specie è decisamente sovraesposta dal punto di vista mediatico. Che ci perdiamo? Obiettivamente, per quanto gli ospiti possano esser stati pertinenti o brillanti in settant’anni di storia della televisione, ci è cambiata la vita più per uno starnuto in Cina che per un virologo da Floris a spiegarci il perché. Siamo sinceri: dopo uno spiegone tv, quanti possono dire onestamente e in coscienza di aver capito? E anche se fosse, che cambia quando avete capito? Il vostro ego forse dorme tranquillo quando finalmente sa spiegare a se stesso e agli altri il conflitto israelo-palestinese, ma in Palestina e Israele muoiono esattamente come quando non ci capivate niente.
Tagliamo la testa al torero: dopo la pandemia la tv ha fatto a meno del pubblico, ora farà a meno anche degli ospiti. E presto, molto presto, una qualche calamità (naturale o morale) spazzerà via anche i conduttori; e quando accenderemo la tv ci troveremo di fronte a poltrone vuote, scrivanie deserte, palchi silenziosissimi. Meglio? Sì, a questo punto sì.
generazione ansiosa