Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

Borracce e vaccini, tanta ammirazione per gli under 20

Gaia Manzini

Che bravi questi ragazzi che si sono presi il mondo con la voglia di cambiarlo

Avere tra i 12 e i 18 anni, vedere la vita come solo futuro: distesa infinita di possibilità. C’è chi va avanti seguendo un magma di umori e non alza la testa dall’oggi, chi si isola e si ritrova dentro rituali solipsistici, e quel futuro non lo sente, parte scoraggiato, ma solo perché nessuno gli ha mostrato il domani dalla giusta prospettiva. C’è chi invece le domande se le pone con capacità dialettica, idealismo, quel senso di purezza che per loro dovrebbe accompagnare ogni azione. Ma soprattutto con energia dirompente. Li abbiamo visti tutti insieme per i Fridays for Future. Tanto irresistibili che tra adulti ci dicevamo che avremmo voluto essere come loro, pure se non approvavamo ogni scelta; ma era l’entusiasmo a colpirci al cuore. Avremmo voluto essere il quindicenne che diventa vegetariano per questioni salutiste ed etiche; il ragazzo che compra solo cibo sfuso, evitando confezioni o plastiche di corredo; la scout che sente e vive la natura come sua; i bambini che si occupano del verde urbano; quelli che si spostano solo in bici anche se hanno la patente, e non usano mai la macchina in città.

 

Ci hanno emozionato tanto da farci tornare giovani. Li abbiamo imitati comprandoci anche noi una borraccia da riempire con l’acqua del rubinetto, senza più azzardarci ad acquistare bottiglie (va detto: con moltissima nostalgia di quell’acqua leggermente frizzante che si trova solo al supermercato). E ora quegli stessi giovani li guardiamo andare a vaccinarsi. Leggiamo le loro interviste. Sanno che lo devono fare per divertirsi con più serenità, ma anche – dicono molti – per smettere di avere paura per sé e per la propria famiglia. Non so se sia davvero senso della comunità e del dovere sociale, sembra a ogni modo segno di un’ampiezza di sguardo. Da qualche anno vediamo i giovani più presenti, più ambiziosi da un punto di vista etico e ideologico. E’ come se percepissero il mondo come luogo d’azione e non solo di osservazione: un posto dove ciò che dici e ciò che fai può avere un valore, con la consapevolezza che sia un punto di vista nuovo – dunque accolto e considerato, anche perché potenziato dalle tecnologie che le vecchie generazioni non sanno usare davvero. Greta Thunberg ha dimostrato che i giovani non sono più in anticamera. Non stanno lì ad aspettare che il mondo gli venga consegnato: lo sentono già loro, e vogliono cambiarlo. I giovani sono diventati protagonisti, delle loro e delle nostre vite.

 

Al Festival di Cannes in corso si susseguono pellicole che hanno al centro i giovani e il loro ruolo decisivo. I “divenenti” sono chiamati in Futura, documentario firmato da Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi: giovani italiani, diversissimi tra loro, tutti ugualmente colpiti dalla pandemia, che guardano al futuro come presente infinito e che pensano alla fine del mondo non come metafora apocalittica, ma come certezza scientifica. E ancora, giovani al centro dei film di Moretti, Farhadi, Carax. Sono loro ad avere la forza per costruirsi nuove possibilità, per riparare o perdonare gli errori degli adulti. Sono loro ad avere un ruolo narrativamente decisivo.

 

Giovani protagonisti della loro vita condivisa. Tra dieci e vent’anni come vedranno l’esperienza del Covid? La sospensione della scuola, dello sport, delle uscite; della quotidianità? E ancora, come riguarderanno all’esperienza della vaccinazione? L’interruzione di ogni attività è qualcosa che tutti noi abbiamo (giustamente) subito; andare a vaccinarsi è un’azione, implica una responsabilità. Come racconteranno questa esperienza? E’ qualcosa che si doveva fare per la società, la famiglia e la scuola. Ma soprattutto è qualcosa che avranno fatto insieme. Il “fare insieme” è fico, funziona, ridà valore e forza alla giovinezza. E’ questo quello che i giovani stanno scoprendo (o riscoprendo) dopo decenni di individualismo; la condivisione è quella dei social, ma anche qualcosa di più, molto di più: può concretizzarsi nell’agire insieme. Ben sapendo che agendo insieme si cambia il mondo, si lascia un segno e si mettono le basi per il futuro. Non si è più solo giovani, ma molto di più.

 

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