Il caso
Lana Del Rey è uscita dai social. È l'unica via di fuga dalla cultura cancellettista?
La cantante americana ha chiuso i suoi profili. Difficile non collegare questa ritirata alle accuse che le sono piovute addosso nel corso degli anni
Chi è veramente Lana del Rey? L’uscita del suo ultimo singolo “Arcadia” ripropone la domanda, inevitabile a ogni nuovo passo nel suo percorso artistico, e ancora più stringente quando ad accompagnare la musica sabato c’era un video su Instagram, tre minuti in bianco e nero, in cui l’antidiva più anti di tutte ha annunciato che avrebbe staccato i suoi account sui social network. Promessa mantenuta, domenica è scomparsa da Instagram, Facebook e Twitter.
Perché Lara Del Rey ha cancellato gli account social?
Il motivo spiegato con frasi di circostanza: “Ho molti altri interessi e altre attività che richiedono privacy e trasparenza”. Il suo ottavo album “Blue Banisters” uscirà il 22 ottobre, anticipato già da altri tre singoli oltre “Arcadia”. Ma a parte gli impegni, non è difficile collegare questa ritirata alle recenti polemiche social che l’hanno coinvolta, e che in realtà l’accompagnano praticamente dalla sua comparsa sulle scene nel 2011.
Una delle ultime in particolare è molto significativa, da ricostruire senza avere i post sottomano, visto che sono appunto scomparsi insieme ai profili social. A maggio, del Rey si difende con un post su Instagram dalle continue critiche di chi l’accusa di mistificare le relazioni tossiche: “Sono stufa delle scrittrici e delle cantanti alternative che dicono che renderei glamour gli abusi, quando in realtà sono solo una persona glamour che canta della realtà di ciò che tutti noi vediamo: relazioni molto diffuse in cui è presente l’abuso emotivo”. Come se già questo non dovesse bastare ad aizzare lo spirito cancellettista, del Rey ha aggiunto che sue colleghe come Cardi B, Beyoncé e Nicki Minaj sono arrivate in cima alle classifiche cantando di “essere sexy, spogliarsi, sco**re, tradire”. Grave errore, perché trattandosi di artiste latino e afroamericane, del Rey è stata accusata di prenderle di mira in quanto tali. E poco importa se ha poi precisato – come se ce ne fosse bisogno – di averle citate in quanto “sono le mie preferite”.
A distanza di mesi e a ridosso della pubblicazione del nuovo album, Lana ha raccontato – sempre su Instagram – di come queste critiche l’abbiano spinta a scavare nel suo passato (ma in fondo tutta la sua poetica è sempre girata intorno a questo): le relazioni asimmetriche, se non abusive, sono anche quelle che ha vissuto. Prima che la musica la salvasse. Ma apprezzare il racconto del vero è impossibile, se si fa parte del popolo social incapace della più basilare distinzione tra descrittivo e prescrittivo. Così la descrizione di una relazione tossica diventa automaticamente un’apologia della stessa.
A fronte a tutto questo, sparire dai social è una possibilità. Certo, può dispiacere la cancellazione dell’account Instagram di Lana, che soprattutto negli ultimi anni era diventato lo specchio di una vita nella California del sud lattiginosa e fatata, tra amici e familiari. Pacificata ma non immemore dei dolori e della “lust for life” che l’hanno sempre ispirata nella sua musica. Un percorso autentico per una cantante pop che a 25 anni, dopo l’uscita del primo album “Born to Die” nel 2012, diceva a Vogue Uk: “Non penso che farò un secondo album. Sento di aver già detto quello che volevo”. “Blue banisters” è il suo ottavo lavoro, segue il precedente “Chemtrails over the Country Club” uscito a marzo di quest’anno.
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