Costumi e rivalità
Metoo transatlantico. Il Nyt fa licenziare il direttore della Bild
Il più grosso gruppo editoriale tedesco è probabilmente un covo di sporcaccioni, dicono i giornalisti americani. Accuse anche alla Springer, colosso dell’informazione germanica. Servono esperti di sensibilità spaziotemporale?
“Non bisogna mai andare in Germania”, dice il Sassaroli nella scena iniziale di “Amici miei atto II” a un povero vedovo che va a portare i fiori sulla tomba della moglie, e lui, il più perfido del gruppo, gli fa il famoso scherzo, insinuando d’essere stato amante della sua povera defunta Adelina, senza che si possa provare l’infondatezza dell’accusa. Il cornuto che non lo era, interpretato da un meraviglioso Alessandro Haber, cerca di spiegarsi quando mai sarà avvenuto il corno (sarà stato quella volta che ho fatto il corso di informatica in Germania? Al ché Sassaroli dice la famosa frase).
Certo son film che oggi non si potrebbero più fare, e tante volte non facevano ridere già all’estero, la cattiveria della commedia all’italiana è nota (si andò un tempo a San Francisco a una retrospettiva su Dino Risi e vedendo “il Sorpasso”, gli americani non ridevano proprio mai). Adesso, ecco la notizia che il più grosso gruppo editoriale tedesco è probabilmente un covo di sporcaccioni molto vecchia maniera. La notizia, tirata fuori domenica da Ben Smith sul New York Times, è quella che il direttore della Bild (il più venduto quotidiano di Germania), il quarantunenne Julian Reichelt, sarebbe un noto maschio più che alfa, alfetta, nello specifico avrebbe fatto far carriera a una serie di sottoposte che accettavano di andare alle sue cene (e dopocena). Der Spiegel ha descritto "il sistema Reichelt", in cui "si dice che il caporedattore abbia invitato le tirocinanti e le stagiste a cena tramite Instagram. A volte le giovani impiegate venivano promosse rapidamente. La loro caduta in disgrazia è stata altrettanto rapida”.
Il giornalista è stato prontamente licenziato, e non si sa se siano vere le accuse, ma intanto ne saltano fuori di nuove, in generale pare che alla Springer, colosso dell’informazione germanica, il clima fosse proprio da “Amici miei”. Il fondatore Axel Springer, morto nel 1985, era un personaggione con una vita personale degna del Perozzi, il giornalista del gruppo, quello che farà morire per finta, sul giornale, la sua amante, in un incidente stradale, per placare la moglie.
E le mogli di Springer: cinque, di cui due pare rubate allo stesso vicino di casa, e la quinta, Friede, che era stata la tata di famiglia; ma dopo, la ex tata del Perozzi-Springer ha preso in mano il gruppo insieme all’amministratore delegato Mathias Döpfner che è ormai il dominus dell’azienda. Studioso di musica diventato editore, autodefinitosi "un misto di esteta e venditore di tappeti", nel 2012 ha spedito tutti i dirigenti (maschi) della Springer nella Silicon Valley per imparare l’online, ma pare che questi abbiano soprattutto assorbito la peggior cultura da caserma siliconvallica, quella di Uber e delle altre startup da commilitoni brufolosi, con feste e video trimalcioneschi, e son tornati peggio di prima (però l’online l’hanno imparato, hanno comprato Business Insider e recentemente Politico, il grande magazine che racconta le gesta di Washington).
Adesso gli springeriani accusati di #metoo dicono che “la loro cultura del lavoro non sarà replicata pedissequamente negli Stati Uniti”, e te credo, e forse l’attacco del Nyt è un “backlash” a questa invasione tedesca, però la vicenda Bild ripropone l’annosa questione dei differenti costumi nazionali: andando negli Stati Uniti bisognerà mettere in conto diversi codici? E andando in Germania? Mentre, mettiamo, un gruppo americano che volesse investire in Italia potrebbe rilassarsi e godersi il #Metoo nella sua versione solare e mediterranea? Per dire, il grande regista Muccino, già accusato di maltrattamenti femminili familiari, lungi dall’essere cancellato, ha appena sfornato la sua bella autobiografia, che campeggiava al Salone del Libro di Torino, e farà nuove serie televisive, e insomma sta benissimo e chi l’ammazza. Come esistono fior di aziende preposte alla “localization”, cioè per adattare prodotti globali alle realtà locali, esisteranno già esperti di sensibilità spaziotemporali, per viaggiare sicuri, e compiere acquisizioni estere? (potrebbe essere un settore in grande crescita, anche per i nostri giovani).
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