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I Ferragnez invertiti. Dove l'uomo diventa donna e la donna legifera incontrastata
La docuserie sulla coppia di influencer vuole raccontare la loro vita quotidiana "senza filtri". Peccato sia un eterno ritorno dell'eguale. Fatta eccezione per un passaggio: quello in cui Chiara e Fedez si scambiano ruoli culturali e sociali
“I Ferragnez è una docuserie senza filtri che racconta la straordinaria vita di Chiara Ferragni e Fedez”. Così recita la didascalia del trailer. Si tratta di una storia in 8 episodi, di cui i primi 5 sono disponibili su Amazon Prime Video da giovedì 9 dicembre. Sul “senza filtri” non v’erano dubbi, visto che sinora gli unici filtri sono stati quelli di Instagram (e forse neanche quelli, considerando l’inutilità delle applicazioni trucco-inganno – espedienti per comuni insicure mortali – a fronte della qualità e della quantità di maquillage sulle facce dei principi social). Sul fatto che siano “straordinari”, beh, dipende dai punti di vista. La serie rassicura su un fatto già espresso: i Ferragnez sono precisamente la deificazione glitterata della banalità. Prendi una donzella qualunque, senza esuberanti talenti da assecondare (che è poi la stessa seguace e spettatrice della serie tv). Una giovane di provincia che un giorno eredita un gruzzolone, un qualche milione da un qualche ricco defunto zio. Ecco che la ragazza piuttosto incolore – giusto qualche sfumatura chiattilla – corre a glitterarsi e monogrammarsi à la Ferragnez. Questo per dire che quanto a contenuti si tratta sempre della solita pappa che attiva il loop delle ragazzette normali. Al netto del segreto del loro successo (e cioè l’aver montato a dovere la panna della mediocrità), la coppia svela tutto di sé.
Nelle cinque puntate si passa dalla villa sul Lago di Como agli sposi che rincasano a Milano Citylife per poi ripartire alla volta di Courmayeur e poi di nuovo tornare in città. La prima puntata è più lunga delle altre di qualche minuto. Qualche minuto che dura un infinito e ripete grossomodo gli stessi contenuti del social. È un eterno ritorno dell’eguale in 40 minuti che sembrano 40 anni e che avvicendano – come in ogni episodio – momenti di quotidiana straordinarietà a spezzoni di una seduta di coppia dallo psicoterapeuta. Sempre rigorosamente di spalle rispetto alla telecamera, affinché l’attenzione sia proiettata sugli sposi, l’analista sollecita i due a esibire le proprie emozioni. Ogni volta li porta abilmente sul ciglio di una valle di lacrime.
Sapevamo di potercela perdere, questa serie, fatta eccezione per un passaggio. Volessimo individuare un’acme narrativa sarebbe verso la fine del quarto episodio, quando s’inscena il surreale aggiornamento del romanzo di Eliogabalo, con i ruoli naturali e culturali totalmente invertiti. Che la volontà di potenza fosse in Ferragni e non in Fedez lo si era capito da una qualunque prima visita social. Ma in quest’episodio il rapper-pupazzone porta alle estreme conseguenze un’antica tendenza partita dalle sue unghie, smaltate da un pezzo. Fedez – che per tutta la serie ostenta malumore e affetta indolenza – di peso viene portato dalla moglie in una clinica meneghina. Qui, assieme a una coppia di amici, è adagiato su un lettino. Sul lettino accanto c’è il fidanzato dell’amica di Chiara. I due ragazzoni, impauriti e bardati di cuffietta e camice da ospedale, si tengono per mano perché di lì a poco dei medici (medici?) indurranno loro forti contrazioni. Il senso della giornata è quello di far provare ai maschi cos’è il parto, e infatti l’episodio è titolato “In your shoes”.
Mamma Fedez suda e si dimena con la moglie in parte. Le stringe la mano, chiede conforto e finalmente capisce, espiando la colpa d’esser maschio. La Ferragni è fiera del suo pupazzone, e tutti i nodi esumati dall’analista si sciolgono in un momento di strategico caos. Finalmente emerge il suo posto all’interno di quest’unione. È Chiara, e non Federico, il pater familias digitale.
Abituati alla tragedia