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"È una piccola goccia, ma donare è importante". La comunità ucraina di Roma si mobilita
"C'è stata una risposta molto generosa del popolo italiano", dice il parroco di Santa Sofia, a Boccea, che in questi giorni sta coordinando il lavoro dei tanti volontari. "Servono soprattutto medicine, pannolini e cibo in scatola". Anche la Santa Sede ha mandato camion di viveri
"È una piccola goccia in un mare, ma è molto importante venire qui e donare qualcosa", dice una signora con la voce rotta dalla commozione. Sono tanti i romani che da giorni con le loro auto pieni di aiuti (cibo, vestiti, giocattoli) affollano il sagrato della basilica di Santa Sofia, a Boccea. La comunità ucraina di Roma si è mobilitata sin dai primi giorni del conflitto, insieme a tanti volontari italiani, hanno trasformato la basilica di Santa Sofia in un quartier generale rifugio di beni di prima necessità. Vestiti, cibo, medicine. Un continuo intreccio di mani che scarica, separa e imballa.
"Grazie a Dio c'è stata una risposta molto generosa del popolo italiano", dice don Marco, parroco di Santa Sofia, che in questi giorni sta coordinato il lavoro dei tanti volontari. "Fino ad oggi siamo riusciti a far partire 12 camion e tutti sono arrivati in Ucraina in diverse parti del paese e sono stati smistati". Anche l'amministrazione capitolina si è attivata per aiutare il lavoro dei volontari. " Il municipio XIII ci sta aiutato insieme alla Protezione Civile – continua don Marco – non mancano certo i problemi, ma con il comune stiamo lavorando anche a livello informativo riguardo i profughi rifugiati".
Sono tanti i romani che ad ogni ora della giornata continuano a portare aiuti. C'è anche una rappresentanza del Liceo Scientifico “L. Pauster" di Roma che porta la propria solidarietà. "Sono le immagini che in questi giorni girano in tutti i notiziari e siti web a farti muovere da casa e venire qui a dare il tuo contributo", racconta una volontaria romana, pensionata, che sta chiudendo degli scatoloni di pasta.
Anche la Santa Sede si è mobilitata, e nella sola giornata di oggi ha mandato 4 camion pieni di viveri. "Non portate vestiti, siamo strapieni – ci dice una volontaria – servono, soprattutto, medicine, pannolini e cibo in scatola". Il lavoro dei volontari è continuo e senza sosta e in serata altri camion saranno caricati direzione Ucraina. "Noi preghiamo per la pace, chiediamo il dono della pace in qualsiasi modo", conclude don Marco.
generazione ansiosa