La convinzione che i fatti propri interessino agli altri. Un tempo era materia per psicologi, cartomanti o astrologi. Oggi, invece, spesso spinge a scrivere romanzi
In Italia è egemone da anni una nuova corrente letteraria di cui non parla nessuno, tanto meno chi ne fa parte. Il Selfismo è fondato sulla convinzione, assoluta e inscalfibile che i fatti propri interessino agli altri. E’ una fiducia per cui, un tempo, in genere si cercava uno psicologo, un cartomante o un astrologo e che, oggi, invece, spesso spinge a scrivere romanzi. Alcuni sono belli, naturalmente, anche molto belli, molti sono medi e tantissimi bruttini perché l’autobiografismo, o autofictionismo che sia, non è un criterio di valore dal momento che comprende libri sommi e libri infimi, che vanno dalla Recherche du temps perdu di Marcel Proust a Una vita da guerriero di Marco Materazzi. A essere in questione non è, quindi, la qualità delle opere selfiste, ma la pretesa che le sorregge e giustifica, e l’aura di cui sono ammantate.
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