Idolo suo malgrado
Le smorfie dello steward di Fedez, eroe ed erede inconsapevole di Fantozzi
Da Ivano Monzani alla performance del signor Giancarlo alla Ruota della fortuna di Mike Bongiorno, che per una letterà passò alla storia, fino al più celebre dei ragionier italiani: le dinamiche del quinto potere (grande o piccolo schermo, social: a ogni epoca il suo) sono infinite
Ivano Monzani non ha dovuto dire nemmeno una parola per diventare l’ultimo tormentone del web. È bastata una smorfia, sintetica e loquace: ed ecco che l’Italia intera si mette sulle tracce di un ordinario addetto alla sicurezza per eventi e concerti. All’improvviso genio, idolo, rivoluzionario. Viene braccato dai social network, dai media, da insospettabili fan in carne ed ossa che chissà cosa darebbero per una foto con lui. Di tutto ciò Monzani sembrerebbe farne volentieri a meno. Si nega alle richieste di intervista, spera che il momento di celebrità passi in fretta: persona riservata e gran lavoratore, Fedez gli fa da portavoce. “Non avevo idea che fosse un meme vivente”, confessa la star di professione. “L’ho voluto io in squadra, per la sua esperienza. Ma questo potenziale extra era inimmaginabile”.
Il fatto, in breve. Il 28 giugno va in scena a Milano il concerto benefico Love Mi organizzato dai rapper Fedez e J-Ax. Un successone, 20mila giovani in Piazza Duomo e sul palco tanti artisti emergenti. Qualche giorno dopo spunta in rete un video di pochi secondi sulla serata: mentre il trapper Paky sfodera tutte le scurrilità di repertorio, Monzani, lì in servizio, viene immortalato in alcune mimiche di disapprovazione. E fenomeno servito. Con un’eco sproporzionata, sbalorditiva. Ma lo steward di Fedez non è altro che l’inconsapevole eroe del dissacrante di cui talvolta la società contemporanea ha bisogno. Capostipite del genere non fu forse il ragionier Ugo Fantozzi dinanzi alla famigerata Corazzata Potemkin (o Kotiomkin, nel Secondo tragico, per mancanza di diritti d’autore)?
Il meme di oggi non corrisponde alla “cagata pazzesca” di ieri, con tanto di 4 milioni di visualizzazioni su TikTok in meno di 24 ore che ben si addicono all’iperbole villaggiana dei 90 minuti di applausi? E poi c’è l’oggetto del tabù: dai diktat culturali del cinema d’essai alle rozze provocazioni testuali e sonore della musica trap. Due opposti uniti dall’astruso e dall’insofferenza repressa dei più. Difficile che la fama di Monzani possa durare quanto l’intramontabile ribellione dell’impiegato, anno 1976. Ma chissà. Le dinamiche del quinto potere (grande o piccolo schermo, social: a ogni epoca il suo) sono infinite.
Chiedere al signor Giancarlo, per esempio, che nel 1995 durante una puntata della Ruota della fortuna ebbe l’ardore di assegnare alla “f_ga delle amazzoni” quella vocale che tutti pensavano ma nessuno fino ad allora aveva mai osato pronunciare in diretta televisiva. Uno sdoganamento linguistico poderoso, “che passerà alla storia”, intuì subito un divertito Mike Bongiorno. E infatti, per il decimo anniversario della morte del conduttore, Maurizio Costanzo volle come ospite d’onore nel suo show proprio il leggendario concorrente del telequiz. “Rifarei tutto”, ribadì lui.
Il ‘memorabile’ tradizionale, fittizio o reale che sia, è proprio colui che decide di immolarsi in nome di una certa esigenza collettiva. Magari futile, eppure irresistibile: Fantozzi finisce in ginocchio sui ceci, a Giancarlo da Livorno quella risposta costa 8 milioni di lire. Il caso Monzani tuttavia avrebbe i contorni dell’equivoco. “Guardate che quelle facce lì le ho fatte per tutt’altro motivo, la canzone non c’entra”, lo steward, nelle giornate seguenti, cerca di spiegare ai ragazzi che lo circondano in visibilio. Ma niente, questi non lo vogliono far finire. La storia serviva così com’è sembrata. Che più dello steward conta la smorfia, un inganno di prospettiva spaziale e sociale. “Montaggio analoggico”, lo chiamerebbe il geometra Calboni.