Saverio ma giusto
Tutte le minacce delle urne alla nostra incolumità
Ai seggi elettorali è raccomandato portare generi di conforto. Se per esempio rimanete chiusi nella cabina elettorale (le fanno con gli ascensori in disuso) sarà difficile chiedere aiuto a qualcuno, causa astensionismo. E non vi salverà nemmeno il telefono, dovete lasciarlo agli scrutatori prima di votare
Dunque, ci siamo. Domenica si vota per il rinnovo del Parlamento: di sola cancelleria, fra schede e matite, far vincere Giorgia Meloni e resuscitare Giuseppe Conte ci costerà 400 milioni di euro. (Credo lo stato si rifornisca da Buffetti). Ma guardiamo l’urna mezza piena: pensate se avessimo introdotto il voto elettronico. Con la crisi energetica e le bollette alle stelle, andremmo in bancarotta prima ancora che Tremonti venga nominato nuovo ministro dell’Economia. Ma attenzione alle schede: tagliarsi con la carta fa sempre tanto male, ma tagliarsi con le schede elettorali di più. Il pigmento che usano per farle di quei colori così sgargianti (da sempre in aperto e ironico contrasto con quelli che sono i risultati delle urne) è tipo tintura di iodio, brucia un casino. Alcuni si astengono dal votare proprio perché pensano sia tossico. Se pensiamo al sangue amaro che di solito viene dopo lo spoglio delle schede, la teoria non sembra essere poi così peregrina.
Se non avete idea di dove abbiate messo la vostra tessera elettorale, niente paura: chiamate Federica Sciarelli.
In occasione delle elezioni, la trasmissione “Chi l’ha visto?” su RaiTre ha attivato un servizio di ricerca delle tessere elettorali smarrite – rientra nel contratto di servizio pubblico. Prima di andare a votare, controllate l’affluenza: se fino a quell’ora non si è presentato nessuno, lo 0,0 per cento degli aventi diritto, state fermi anche voi. Metti che sia la volta buona che nessuno si presenta… Se invece qualcuno è già andato, anche solo uno, e vabbè allora andate anche voi, tanto ormai la frittata è fatta. Oltre alla tessera elettorale e a un documento d’identità, ricordatevi di portarvi dietro anche qualche genere di conforto, una borraccia d’acqua ed eventualmente qualcosa da leggere: supponiamo che rimaniate chiusi dentro alla cabina elettorale (le fanno con gli ascensori in disuso), sapete che dovete aspettare la chiusura dei seggi per essere tratti in salvo? Intanto, vi sarà difficile chiamare aiuto: il cellulare dovete lasciarlo agli scrutatori e una volta dentro alla cabina, a causa dell’astensionismo se gridate aiuto non c’è nessuno che vi possa sentire nel raggio di trenta chilometri, e anche se ci fosse non potrebbe entrare dentro a salvarvi perché è vietato stare in due dentro la cabina elettorale. Quindi in tal caso calma e sangue freddo, in attesa dei pompieri a scrutinio ultimato. Capisco i claustrofobici che si astengono dall’andare a votare…
In questi giorni, esercitatevi per conto vostro a fare delle X dentro a un cerchio non più grande di una moneta: non c’è niente di più imbarazzante di trovarsi lì, dentro alla cabina, matita e scheda alla mano, e non riuscire a barrare correttamente il simbolo. Si rischia di stizzirsi con la matita copiativa proprio come re Carlo con le penne stilo – cosa altamente sconveniente, trattandosi di un atteggiamento monarchico in pieno svolgimento di elezioni democratiche; si rischia l’annullamento e l’accusa di eversione. Oltre al fatto che è molto spiacevole per chi entra in cabina dopo di voi trovare tutte quelle X fuori dal simbolo, per terra… Se proprio non riuscite a tracciare una X a mano libera, è consentito portare in cabina righello, squadra e compasso. Vi ricordo inoltre che si vota in piedi, alla turca. Non provate a sedervi: una volta una mia amica l’ha fatto e si è beccata le piattole. Buone elezioni a tutti, e si salvi chi può.
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