Saverio ma giusto
Le altre sconfitte: Ferragni, Elodie e Peppa Pig
A breve il congresso delle influencer, già si candida Francesca Michielin. La cantante invece rilancia la sua leadership – “Sono andata a dormire incazzata, ma mi sono risvegliata carica a molla” – mentre il maialino a cartoni animati resta fuori dal Parlamento: non accampa scuse e si complimenta con Pino Insegno
È il giorno dell’analisi della sconfitta anche per Chiara Ferragni. L’influencer arriva attorno a mezzogiorno nella sua sede al Bosco verticale di Milano a bordo del suo jet privato: gli occhi stanchi di chi ha seguito la maratona Mentana fino allo scrutinio delle ultime sezioni – o ha fatto un aperitivo su un ghiacciaio fino a tardi – sono nascosti dietro un paio di occhiali Gucci, il top Calzedonia mette in mostra una postura sconfitta e amareggiata, mentre fra le mani stringe una Louis Vuitton come se nei paraggi ci fosse Francesco Totti. “Ci siamo battuti in tutti modi per evitare questo esito” sono le parole dell’imprenditrice digitale, “ma se siamo arrivati al governo Meloni è perché evidentemente le mie stories dove difendevo il diritto all’aborto e invitavo ad andare a votare non hanno mobilitato nessuno nella vita reale, nonostante tutte quelle views. E’ un giorno triste per l’Italia e per Instagram, ci aspettano giorni duri”.
Ma anche se la sua leadership finisce qui, Chiara Ferragni non si dimette subito: sarà lei a convocare il congresso delle influencer, alla cui guida già si candida Francesca Michielin che ieri su Twitter ha scritto “oggi inizia la resistenza. buongiorno a tutt*”, scaldando così i cuori dei follower. Ma prima di salutare, Ferragni detta la linea: bisogna rilanciare il “campo largo” (“se non c’è campo il wifi non prende ed è impossibile postare foto dei propri figli o fare dirette”), riprendere il dialogo con Estetista Cinica, e invita a cercare alleanze anche su TikTok. Chi invece non riconosce la sconfitta, prova a resistere ai malumori della base e alle divisioni nella band, e rilancia la sua leadership è la cantante Elodie: “Sono andata a dormire incazzata, ma mi sono risvegliata carica a molla” sono le sue prime parole ai giornalisti che le chiedevano conto del suo calo di consensi, erosi a vantaggio di Giorgia Meloni. “Dimettermi? Io rispondo ai miei fan”, dichiara. E insiste: “Voglio fare un concerto al Viminale”. Ma Damiano dei Måneskin non ci sta (“Il popolo del rock va ascoltato”), e chiede un cambiamento ai vertici della Top Chart italiana alla notizia che dopo 35 anni la cantante Giorgia è fuori dalla classifica di Spotify e dai singoli più trasmessi dalle radio.
Non accampa scuse e fa i complimenti a Pino Insegno, Pierluigi Diaco e Giorgio Pasotti, vincitori di queste elezioni assieme a Valeria Marini, la tanto discussa – ma evidentemente non elettoralmente rilevante – Peppa Pig; la quale non ha raggiunto la soglia del 3 per cento (a malapena è arrivata all’1) ed è ufficialmente fuori dal Parlamento. “Abbiamo perso. Gli italiani non hanno considerato abbastanza maturo e valido il nostro progetto politico di avere due mamme. E su questo la nostra comunità dovrà aprire una riflessione” sono le parole che il maialino a cartoni animati ha affidato a un post diramato ieri sui suoi profili social. Chi invece promette un’opposizione dura e senza sconti è Renato Zero, che a poche ore dai risultati elettorali ha commentato, rivolto al comitato elettorale di Giorgia Meloni all’hotel Parco dei Principi a Roma: “Questo è un regime, stronzi! Votate la merda che siete!”. E forte dei consensi ottenuti al Circo Massimo in questi giorni, Zero lancia un’Opa sul Concertone del 1° maggio, che potrebbe così fondersi con il progetto Fonopoli in tempo per le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio.