L'impotenza contro il potere
Tirare zuppa su un quadro è come spaccare il telefono al partner che tradisce
Miliardi di persone vivono benissimo senza andare in un museo per tutta la vita o senza mai ascoltare un pezzo di musica classica. E’ proprio per questa sua inutilità che bastonare, bruciare o distruggere un capolavoro è altrettanto inutile per cambiare il destino del mondo o dell’umanità
Non escluderei di vedere nella short list del Turner Prize del 2023 – il famoso premio della Tate Gallery per l’arte contemporanea – Anna Holland e Phoebe Plummer, le due ventenni che la scorsa settimana hanno tirato due scatolette di pomodoro sui i girasoli di van Gogh alla National Gallery di Londra per protestare contro l’indifferenza verso il disastro climatico.
Entrambe hanno i requisiti per essere nominate nella lista del prestigioso premio, sono britanniche e hanno avuto uno show nel 2022 in uno spazio pubblico del Regno Unito. Anche se non richiesta né organizzata da qualche curatore, la loro azione ha tutte le carte in regola per essere considerata un’esibizione di arte contemporanea. Se poi sulle loro magliette alla scritta “Stop Oil” aggiungeranno “Painting”, stop oil painting, tradotto letteralmente morte alla pittura a olio, potranno magari trovare posto in qualche libro sulla teoria dell’arte e sulla morte della pittura. Direte che fare lo spiritoso su un problema come il clima non è corretto, anzi è da criminali. Non solo, potete pure aggiungere che difendere un’opera d’arte e non il pianeta nel suo insieme è irresponsabile. In realtà, avendo due figlie, il futuro del nostro pianeta mi angoscia, sentendomi nella maggior parte dei casi impotente, mentre del destino delle opere opera d'arte non me ne frega granché.
Ritengo l’arte una cosa fantastica ma assolutamente inutile. Miliardi di persone vivono benissimo senza andare in un museo per tutta la vita o senza mai ascoltare un pezzo di musica classica. E’ proprio per questa sua inutilità che bastonare, bruciare o distruggere un capolavoro è altrettanto inutile per cambiare il destino del mondo o dell’umanità. Quando nel 2001 il mullah Omar, capo dei talebani, diede l’ordine di distruggere i giganteschi Buddha di Bamiyan non ottenne altro che amplificare l’idolatria nei loro confronti, visto che prima della loro distruzione la maggior parte della gente comune non sapeva nemmeno che esistessero. L’unica cosa che Omar ottenne fu di sottolineare il limitato quoziente d’intelligenza del suo gruppo di sodali.
Chi pensa di risolvere i problemi del mondo prendendosela con una scultura o una tela, per quanto famosa possa essere, non fa altro che sottolineare sia l’impotenza della gente comune nei confronti del potere economico, politico o industriale, sia il totale menefreghismo degli stessi nei confronti di pochi centimetri quadri di creatività e genialità umana, visto che sono capaci di fregarsene di sterminati oceani e milioni di ettari di foreste. Tirare la zuppa di pomodoro su un van Gogh ma anche su un Caravaggio – se pensiamo che Caravaggio faccia parlare di più – è come spaccare il telefonino al partner che ti tradisce. Irrilevante sulle possibili conseguenze del tradimento.
La società contemporanea sta tradendo se stessa in modo drammatico, ma non saranno le due giovani performer inglesi e tanti altri come loro a riportare il mondo a credere nei propri valori e nella propria sopravvivenza. Un mondo diventato l’ombelico di se stesso, popolato esclusivamente da gente che guarda incapace di capire la proporzione fra causa ed effetto. Le due inglesi dovrebbero sentirsi umiliate per il solo fatto che il giudice le abbia incriminate solo per il danneggiamento della cornice del quadro. Il loro gesto ha solo scalfito l’enorme cornice che protegge la realtà in cui viviamo e della quale siamo sia vittime sia carnefici. Non voglio certo incitare le due e nessun altro a entrare in un museo con un bazooka. Certo fu più coerente l’australiano László Tóth, che nel 1972 armato di un mazzuolo di cinque chili entrò in San Pietro e spaccò il naso alla Pietà di Michelangelo urlando che lui era Cristo risorto e quindi quello fra le braccia della Madonna era un impostore. La prossima volta, sperando che non ci sia, Anna e Phoebe si vestano da girasoli, si tuffino in due bidoni di petrolio e poi facciano irruzione nel museo: non otterranno molto di più ma sicuramente per gli inservienti sarà molto più complicato pulire il petrolio della pappa al pomodoro.
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