Tesi: più sei scemo più pensi di essere sveglio. Svolgimento: Andrew Tate vs Greta Thunberg
Come quel tipo che per rapinare una banca si mette del succo di limone in faccia sicuro che sarebbe diventato invisibile: la lite social tra l'ex kickboxer e l'ambientalista è un festival di inettitudine e stoltezza
La prima cosa che mi viene in mente in queste ore di Thunberg contro Tate è il tipo che per rapinare una banca si mette del succo di limone in faccia sicuro che sarebbe diventato invisibile. MacArthur Wheeler si presenta con una pistola, urla e minaccia e non sembra preoccuparsi né delle telecamere di sorveglianza né di testimoni. Quando lo arrestano è incredulo. Com’è possibile, ma io indossavo il succo! Era convinto che cospargersi il viso di limone lo avrebbe reso evanescente come la creatura di H. G. Wells. Perfetto per essere un criminale, no? Il poveretto finisce in galera e pochi anni più tardi David Dunning e Justin Kruger pubblicano uno degli studi più divertenti e più difficili da capire per i diretti interessati: più sei inetto, più sei incapace di renderti conto della tua inettitudine. E’ un catch-22 cognitivo, perfino una ovvietà (penso anche al bellissimo libro di Carlo M. Cipolla e a queste eterne scuole medie in cui viviamo). L’effetto Dunning-Kruger è stato contestato qualche anno fa, ma è comunque così bello che deve essere per forza vero. E Andrew Tate sarà pure aneddotica ma è quasi meglio di Wheeler per stoltezza.
Se stavate digerendo in queste ore ecco una sintesi di cosa è successo. Il 27 dicembre Tate tuitta (scusate) a Greta Thunberg: ciao, ho 33 macchine, una Bugatti e due Ferrari e se mi dici qual è la tua email ti mando l’elenco completo con tanto di emissioni (più la foto di lui con una giacca di coccodrillo che fa benzina – cosa sei ricco a fare? – e sguardo penetrante in macchina e targa in vista).
Thunberg gli risponde: ma certo, manda pure a [email protected]. Dopo alcuni milioni di altri tuit, ore di polemiche “Greta sessista perché gli ha detto che ce l’ha piccolo”, altri aspiranti Wheeler che pensando di essere spiritosi invitano i due a smettere di flirtare e a scopare (ho già detto eterne scuole medie?) e Tate che ci tiene a chiarire che Thunberg non è pronta (dopo aver fatto battute tipo c’è una ragazzina che vuole tassare il sole – sto sintetizzando, ma non è che sia tanto più brillante di così), altri ancora che dissertano sui modi di dire e linkano tutto quello che c’è su Google, ecco l’inaspettato, ecco il culmine di questa storia già abbastanza bella.
Tate che risponde a Thunberg con un video indossando una vestaglia rossa di Versace, fumando un sigaro forse pensando di essere seducente e sembrando mio nonno. A metà dice a qualcuno “portami la pizza e assicurati di non riciclare i cartoni” (la pizza, cosa sei ricco a fare?). Quando entrano in scena i due cartoni non riesco più ad ascoltare quello che dice perché rischio di strozzarmi. Per il restante minuto in primo piano ci sono quei due cartoni con il nome della pizzeria. Passano alcune ore e la polizia fa irruzione nella sua villa di Bucarest. Le ipotesi a carico di Tate e del fratello sono tratta di persone e stupro.
Chissà se è davvero per quei cartoni che è stato beccato o se il caso ha voluto regalarci questa illusoria concatenazione. Comunque mi pare che, se sai che stanno indagando su di te, sarebbe più prudente essere meno esibizionista. Vedremo cosa succederà perché essere scemi non è un reato e io non so e nessuno sa cosa ha fatto e quindi dovremmo calmarci tutti.
Intanto ieri mattina ha tuittato “The Matrix sent their agents” a conferma che il giudizio sul suo essere un dodicenne non è affrettato (mentre lei scrive “ecco cosa succede a non riciclare i cartoni della pizza”). In queste ore frenetiche succede anche un’altra cosa meravigliosa: qualcuno su Wikipedia mette Thunberg come ultimo avversario di Tate (era campione di kickboxing, il suo sito è cobratate.com). Non basta a bilanciare Dear Wikipedia, I’m Philip Roth, però è un discreto intrattenimento.
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