L'editoriale del direttore
Contro la falsa narrazione di un paese indisciplinato. Numeri (esclusivi) per scoprire l'Italia responsabile
Dalla pandemia alla guerra, fino all'indipendenza energetica dalla Russia. Al di là della retorica e dei soliti luoghi comuni, il nostro paese si è dimostrato serio e flessibile, poco violento e non estremista, capace di fare sacrifici e in grado di adattarsi senza isteria a un mondo che cambia
Guardate quel numero e dite la verità: lo avreste mai detto? Un paese responsabile, flessibile, poco violento, non estremista, capace di fare sacrifici e in grado di adattarsi senza isteria a un mondo che cambia. Se vi dicessero che questo è il carattere dell’Italia, pensereste che chi lo dice abbia bevuto una tequila di troppo, no? Tra le molte balle che l’Italia tende a raccontare su se stessa ce n’è una clamorosa che meriterebbe di essere urgentemente archiviata e che riguarda una caratteristica che l’Italia percepita tende spesso a scaraventare contro l’Italia reale: l’indisciplina del nostro paese. Gli italiani, e insieme con loro i maggiori organi di informazione, non perdono tempo, lo sapete, per descrivere il nostro paese come se questo fosse un covo di potenziali criminali, un covo di esagitati ribelli, pronti a dare in escandescenze, pronti a scendere in piazza a protestare, pronti a farci vivere autunni caldi e pronti a creare le giuste occasioni per fregare il prossimo (d’altronde, come sosteneva un famoso magistrato che non vogliamo citare solo per evitargli il disturbo di dover perdere un’altra querela contro di noi, non esistono innocenti, esistono solo colpevoli non ancora scoperti).
E invece, sorprendentemente, sorprendentemente per chi non conosce il carattere degli italiani, da almeno tre anni il nostro paese è dominato da scene di segno contrario. Si dice che l’Italia sia un paese violento, insicuro, ostaggio di delinquenze di ogni tipo e invece, come ha detto la Cassazione a gennaio, da anni l’Italia fa progressi sulla sicurezza tali da renderla “uno dei paesi più sicuri in Europa”. Si dice da anni che l’Italia sia un paese estremista, non in grado di resistere ai suoni dei pifferai magici, e durante la pandemia, invece, l’Italia ha mostrato sui vaccini numeri da record, con percentuali di vaccinazioni difficilmente riscontrabili nel resto del mondo. Si dice, ancora, che l’Italia sia un paese dominato da imprenditori furfanti, desiderosi di allentare le regole sui licenziamenti solo per fare carne di porco dei propri dipendenti, e invece da quando l’Italia ha scelto di allentare le norme sui licenziamenti le imprese anziché iniziare a licenziare hanno iniziato ad assumere e due anni dopo aver eliminato la norma che non consentiva alle imprese italiane di licenziare i propri dipendenti, norma adottata dal governo Conte durante la pandemia, le imprese hanno iniziato ad assumere come non mai, al punto che oggi il tasso di occupazione dell’Italia è ai suoi massimi storici. Si diceva, infine, che l’Italia mai avrebbe sopportato di essere coinvolta in una guerra, seppure a distanza, e da mesi invece gli elettori continuano a bocciare chi sulla guerra fa il maramaldo e continuano a premiare partiti che sulla guerra tengono la barra dritta. Si diceva, e qui arriviamo alla ragione per cui abbiamo scelto di offrirvi questo ragionamento, che l’Italia mai sarebbe riuscita ad affrontare la sfida, imminente, dell’indipendenza dalla Russia, e che ci sarebbero state difficoltà, crisi, problematiche, persino razionamenti, e invece, a un anno dall’inizio della guerra, l’Italia ha mostrato di sapersela cavare, di saper lavorare con serietà e disciplina alla sua indipendenza energetica.
Lo ha fatto grazie a un lavoro prezioso della politica che ha saputo azionare le giuste leve per riempire lo stoccaggio di gas. Lo ha fatto grazie al prezioso lavoro dell’Eni che ha aiutato l’Italia a passare dallo stato di paese ostaggio del gas russo allo stato di paese in grado di essere il nuovo hub europeo del gas. Ma lo ha fatto, ed ecco la novità, grazie a una forma di disciplina formidabile che riguarda i cittadini italiani. E la disciplina la si ricava da un documento interno del ministero della Transizione ecologica, che in questi giorni ha ricevuto un dossier sorprendente, per l’appunto, che riguarda il consumo di gas negli ultimi due mesi del 2022. Il dato è interessante. Rispetto agli stessi mesi del 2021, l’Italia ha consumato 2,2 miliardi di metri cubi di gas in meno. Una parte di questo risparmio, naturalmente, è legata alle temperature più alte. Ma una parte di questo risparmio, sorpresa, è legata a un fatto che in pochi avevano considerato: la responsabilità degli italiani, la loro flessibilità e la loro capacità di adattarsi ai tempi che cambiano.
E si dirà: come si può differenziare il risparmio generato dal calo delle temperature dal risparmio generato dalla responsabilità degli italiani? Semplice. Esiste un algoritmo che calcola quanto il consumo di gas diminuisce al diminuire della temperatura e quell’algoritmo segna, sull’ultimo bimestre del 2022, quota 0,5 miliardi di metri cubi. Significa che solo un terzo del risparmio registrato tra novembre e dicembre è dipeso dalle temperature più alte. E significa che due terzi di quel risparmio derivano da una doppia disciplina: case più efficienti dal punto di vista energetico (e qui forse c’entra il Superbonus) e cittadini più misurati nell’utilizzo dell’energia (c’entra anche il risparmio). Un paese responsabile, flessibile, poco violento, non estremista, capace di fare sacrifici e in grado di adattarsi senza isteria a un mondo che cambia. Se vi dicessero che questo è il carattere dell’Italia, pensereste che chi ve lo dice ha bevuto una tequila di troppo. Guardate quel numero e dite la verità: lo avreste mai detto? Cin cin.
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