il commento
I desideri dell'io si stanno trasformando un po' troppo spesso in diritti civili
Che cosa succede estremizzando la pretesa di avere figli a tutti i costi, anche ricorrendo all'utero in affitto. Nel dibattito di questi giorni c'è un rischio: considerare “fasciste” le leggi di natura
La definizione di destra e di sinistra in politica comporta già problemi sufficienti da far passare qualunque voglia di aggiungere quello della genitorialità omosessuale. Sembra che siano in gioco i diritti: ma non è del tutto chiaro diritti di chi, se dei bambini fatti nascere fuori dalla coppia eterosessuale, o diritti di chi sente il bisogno di avere figli senza poterli biologicamente avere e deve delegare a qualcun altro, dietro compenso, gravidanza e parto: un’esperienza fra le più coinvolgenti e impegnative.
Mi pare che nella nostra attuale cultura i desideri dell’io si stiano trasformando un po’ troppo spesso in diritti civili. Il rischio è finire per considerare “fasciste” le leggi di natura. E in effetti stiamo distruggendo la natura del pianeta in cui viviamo per soddisfare tutti i nostri desideri acquisiti e tendenzialmente illimitati. Chi distrugge la natura dentro di sé, non può che avere l’istinto di distruggerla anche fuori di sé. In nome dell’eros si immagina di poter cancellare l’ananke, la necessità.
Smetto subito di fare il filosofo greco non appena cominciato, e vengo alle discussioni di questi giorni, che minacciano un lungo futuro. Ecco, alle coppie omosessuali va senza dubbio riconosciuto il diritto di amarsi, convivere, legalmente unirsi come le coppie eterosessuali. Ma il loro diritto alla libertà di avere figli ha un limite imposto dai fatti naturali, per colpa dei quali la nascita di figli richiede seme maschile e gravidanza femminile, cioè, umanamente e non biotecnicamente parlando, un incontro sessuale fra individui di sesso diverso, non importa quali siano le loro preferenze erotiche.
Se alle coppie omosessuali viene voglia di essere genitori, questo desiderio non è un diritto se non accettano di procreare creando una famiglia di genitori in cui cioè siano presenti due individui in grado di procreare. Per questo credo che una famiglia di omosessuali che voglia avere figli propri dovrà essere composta non solo da due individui dello stesso sesso, ma da tre individui, con l’aggiunta cioè del terzo individuo necessario alla procreazione: una donna se la coppia omosessuale è di uomini, un uomo se la coppia omosessuale è di donne. La famiglia sarà composta da due individui omosessuali più una donna o un uomo che abbiano permesso con il loro seme o la loro gravidanza di far nascere dei figli.
Ho visto in questi giorni in tv due giovanotti omosessuali che hanno ottenuto, pagando, di far partorire per loro una donna così bisognosa di denaro da rinunciare, a loro vantaggio, di tenersi come madre il bambino partorito. Uno dei due giovanotti, il padre naturale credo, avrà offerto il proprio seme, non so se grazie a un rapporto sessuale con la donna o con una semplice masturbazione. Il fatto è che la donna incinta, con il suo pancione gonfio, è stata festeggiata e fotografata dai due maschi mentre accarezzavano “paternalisticamente” (direi da padroni) la visibile pienezza di quella gravidanza.
Solo che poi quella donna al momento sorridente (un sorriso “di circostanza”, immagino) è stata fatta sparire dal legame famigliare dei due maschi e del bambino. È stata cioè pagata per tenersi in grembo per nove mesi embrione e bambino, salvo dover sparire in quanto madre rinunciando a ogni naturale diritto di madre, per dare ai due maschi acquirenti il piacere (il diritto commerciale) di sentirsi “idealmente” padre e madre, o entrambi padri, o entrambi madri, prescindendo dal loro sesso maschile o femminile: perché la natura non conta, è “fascista” o più genericamente “di destra”.
Inutile insistere sul fatto che queste donne disposte a partorire e sparire, a ingravidarsi dietro compenso e senza diritti, vivono in condizioni economiche e sociali disperate. Basterebbe notare che la loro realtà umana di genitrici viene brutalmente (“nichilisticamente”?) cancellata invece che riconosciuta. Voglio dire che quella donna dovrebbe entrare a far parte della famiglia voluta dai due maschi omosessuali, costituendo così una più giusta e reale e vera famiglia non di coppia ma di tre individui.
Ovvio che in una tale famiglia di tipo nuovo, mentre i due maschi omosessuali faranno l’amore fra loro, la donna sarebbe invece privata di una tale risorsa e di un tale conforto. Certo, quella donna sarà presente come madre del bambino che ha due padri, uno biologico e uno affettivo: ma non avrà forse anche il diritto (dico diritto) di avere un amante, un compagno, una compagna se preferisce? E se così sarà, non avrà anche questa quarta persona, l’amante cioè della madre biologica, il diritto (dico diritto) di entrare a far parte della famiglia? Se la ama (l’amore decide tutto!) non ne avrà davvero diritto? E saranno ammessi o vietati, in casa, in famiglia, rapporti sessuali fra ognuno dei quattro membri e ogni altro? Questa, mi pare, sarebbe davvero una famiglia “arcobaleno” in cui ogni sesso e colore sfuma nell’altro senza rischi di incesto. Del resto perché la bisessualità dovrebbe essere esclusa? Non è forse abbastanza frequente e piuttosto apprezzata?
Qualcuno (parlando da destra o da sinistra?) ha detto che la famiglia omosessuale a due con “utero in affitto” è una cosa da ricchi. Pagarsi infatti l’affitto di quell’utero costa caro. Ma a questo punto qualcun altro ha fatto notare che per esempio in Ucraina, di questi tempi, si trovano sul mercato uteri in affitto a prezzi “veramente contenuti”. Più le donne sono disperate e senza mezzi di sopravvivenza e meno costa la loro maternità “surrogata”. Non si sa più, così, che cosa sia peggio: se sfruttare a costi bassi, non “da ricchi”, le donne poverissime, o permettersi invece “da ricchi” di pagare molto l’utero di una donna che arriva a vendersi, ma sa farlo guadagnandoci bene. Si sceglieranno le donne più belle? Si arriverà a misurare il loro quoziente intellettuale? Occhi blu? Fisico slanciato? O per risparmiare si accontenteranno di una donna bruttina e di scarsa personalità? E quali organizzazioni internazionali procureranno i contatti necessari a scegliere le donne di cui comprare l’utero per nove mesi?
Qui ci sarebbe materia abbondante per un romanzo neofamigliare e plurisessuale che non è stato ancora scritto da nessuno. Con un po' di immaginazione e talento narrativo si potrebbero studiare i possibili sentimenti e comportamenti non facilmente prevedibili in aggregati umani di questo genere. E ci si potrebbe liberare così della inverosimile rigidità delle ideologie famigliari attualmente in conflitto.
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