L'editoriale dell'elefantino
Contro la mistica della verità scomoda. La tragica commedia del giornalismo investigativo
Assange, Snowden e Ranucci e Giletti: nel partito dell’indignazione presunta informata, falsa religione civile dalle conseguenze spesso incivili, irrompono nuovi illuminanti personaggi. Come questo Jack Teixeira
Assange non è stato ancora estradato, Snowden fa bisboccia a Mosca, Ranucci pontifica alla radio sui corsi di investigative journalism nelle scuole, Ruotolo coi suoi baffi e la sua profonda esperienza con Ciancimino Jr., assiso nella segreteria del Nazareno, sta cercando di cambiare il Pd, qualunque cosa questo voglia dire, e Giletti minaccia di andare in Rai, dalla tv di Cairo che lo ha congedato ma forse non vuole estradarlo, si teme portandosi appresso quel Baiardo e tutto il cucuzzaro dei suoi pupi antimafia. Ma nella commedia tragica del giornalismo investigativo un po’ così, non stiamo parlando del Watergate o dei Pentagon Papers, non di scoop puntuali ma del partito dell’indignazione presunta informata, irrompono nuovi personaggi che gettano luce sul ritratto di gruppo.
Questo Jack Teixeira, di fresco beccato dall’Fbi per i leaks sulla situazione militare nella guerra in Ucraina, è un cercatore di verità ventunenne, faccino d’angelo, divisa dei riservisti del Massachusetts, uno che ha un giro di amichetti dalle parti del mondo nero di internet o dark web, gente appassionata di Dio e di armi, di informazione libera e antisemitismo, di dicerie e documenti da trafugare non si sa bene se per il bene della pace, della guerra, del nemico o della loro stessa anima complicata da evidenti nevrosi suprematiste, da pulsioni investigative francamente non molto eccitanti ma in certe circostanze anche pericolose. E’ tutta una congerie umana di tipi strani che possono fare un leak micidiale o premere il grilletto di un mitragliatore davanti a una scuola o a una chiesa di provincia, è la gioventù bruciata del XXI secolo americano. Com’è come non è, lo hanno preso e portato via con tutti i calzoncini rossi e la maglietta grigia, nella costernazione dei suoi adepti e compagni di discordia operosi sulla piattaforma Discord.
Che i giornalisti debbano anche specializzarsi in tecniche investigative e trafficare con le fonti e i documenti per portare alla luce le notizie importanti non è in discussione. Però ci sono molti modi per farlo, uno è quello di cadere nella mistica della verità scomoda, di entrare in una setta ideale e pratica di cercatori di tartufi e segreti più o meno criminali o di stato costi quel che costi, avvenga quel che deve avvenire, senza riguardo per altro che non sia la risonanza di gruppo, corporativa o d’opinione del proprio mestieraccio. E qui forse casca l’asino del giornalismo investigativo nell’èra del web e della infinita riproducibilità e diffusività tecnica di qualunque dossier. Che si parli di guerra, di mafie, di finanza o altri capitoli della storia del potere, e della sua faccia criminale o oscura, bisogna che alla prima lezione del corso di investigative journalism si avverta l’allievo: non è una mistica, è un mestiere con delle regole, non sei l’angelo sterminatore del potere, anzi puoi essere facilmente usato da un potere contro l’altro, devi discernere e selezionare con intelligenza, e contenerti se del caso entro limiti dettati dal codice penale e civile, oltre che dal codice militare e da altre leggi codificate, stando attento al rapporto con le fonti e restando sempre curioso di tutto il contesto etico del tuo lavoro.
La mistica indignata e sensazionalistica della verità è l’opposto esatto della ricerca delle cose vere, dei fatti accertati, delle piene e rispettate caratteristiche dei fenomeni, è una falsa religione civile dalle conseguenze spesso incivili, e spesso porta direttamente nel buco infernale della menzogna, della calunnia e di altri venticelli spacciati per aria fresca di libertà. Niente è conformista come la parvenza di scomodità, nutrita di ignoranza del fatto politico, di disprezzo per la concatenazione delle cause, di fantasticheria morbosa al servizio del cinismo di questo o di quello. Si comincia scomodi, scomodissimi eroi della schiena dritta, e si finisce come Jack Teixeira e il suo circoletto di invasati.