scetticismo scientifico
“Quella sul clima è pseudoscienza giornalistica”, dice il premio Nobel per la fisica Clauser
Secondo uno dei maggiori esperti di meccanica quantistica al mondo, appena entrato a far parte della “coalizione CO2” americana, "non c'è nessuna crisi climatica" in atto. Un altro duro colpo per i catastrofisti
Nel 1992 uscì un appello di cinquecento scienziati, tra cui sessantadue premi Nobel, contro l’“ecologismo irrazionale” che si fa religione. Vi aderirono Manfred Eigen (Nobel per la Chimica) e Jean-Marie Lehn (Nobel per la Chimica), Philip Anderson (Nobel per la Fisica) e Christian B. Anfinsen (Nobel per la Chimica), e i Nobel per la Medicina Julius Axelrod e Baruj Benacerraf. “Riteniamo irresponsabile manipolare l’opinione pubblica e attizzare il timore di un’imminente catastrofe climatica tra la popolazione”, scrissero i luminari, fra cui Rita Levi Montalcini. Da allora si sono registrate poche voci di dissenso nel mondo dei Nobel sulle questioni climatiche.
A parte una famosa audizione di Carlo Rubbia, l’altro celebre dissenso è arrivato da Ivar Giaever, Nobel per la Fisica nel 1973, che si è dimesso dall’American Physical Society per la sua eterodossia: “Va bene discutere se la massa del protone cambia nel tempo ma le prove del riscaldamento globale sarebbero incontrovertibili? E’ una nuova religione”.
Poi c’è stato (non aveva il Nobel ma era il padre della elettrodinamica quantistica) il grande fisico americano Freeman Dyson, l’allievo di Richard Feynman, che andava a lezione da Edward Teller e Albert Einstein, che conobbe e frequentò all’Institute for Advanced Study a Princeton, dove Dyson ha insegnato una vita ed è morto due anni fa a 96 anni. Era insofferente al dogmatismo: “Se non sei d’accordo con l’opinione della maggioranza sul riscaldamento globale, sei un nemico della scienza”. E ancora: “Esiste una religione laica in tutto il mondo che possiamo chiamare ambientalismo”.
Mentre i rappresentanti dell’estremismo verde danno spettacolo, il dibattito scientifico intorno al clima vive un nuovo episodio di dissenso ed è di enorme valore. John Clauser, premio Nobel per la Fisica nel 2022, è appena entrato a far parte della “coalizione CO2” americana, che è una delle principali organizzazioni scientifiche realiste sul clima. Il consenso Potëmkin sulla crisi climatica ha appena subìto un nuovo colpo.
Le parole del grande fisico sono inequivocabili su ciò che pensa dell’attuale visione sul clima: “La narrativa comune sul cambiamento climatico costituisce una pericolosa corruzione della scienza che minaccia l’economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. La fuorviante scienza del clima si è trasformata in una massiccia pseudoscienza giornalistica. A sua volta, se ne è fatto il capro espiatorio di una miriade di mali non correlati”.
Difficile essere più chiari. “Non c’è nessuna crisi climatica”, insiste lo specialista mondiale di meccanica quantistica, usando così una formulazione che fa eco all’omonima dichiarazione che raccoglie più di 1.500 firme tra cui quella di un altro premio Nobel per la Fisica, Giaever. “D’altra parte”, aggiunge Clauser, “c’è un problema molto reale, che è quello di garantire un tenore di vita dignitoso a gran parte della popolazione mondiale”. Lo scienziato conclude la sua dichiarazione osservando che l’attuale crisi energetica è “inutilmente esacerbata da quella che, a mio avviso, è una scienza del clima imperfetta”.
Ci sarà da farlo ritrattare subito e, se persiste, inginocchiare sui ceci. Che si liberi di quelli che Mao chiamava i “quattro vecchi”: vecchio pensiero, vecchia cultura, vecchi costumi e vecchie abitudini.
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio