Estate con Ester

Il codice novecentesco di cornuto e cornificatore s'è spezzato e le parole hanno la meglio sui corpi

Ester Viola

Ci si sfianca di cose in comune, come nei matrimoni. Poi arriva il momento panda. Il neoliberismo del sesso ha cambiato anche l'idea di tradimento

Ve le ricordate le corna? Non c’è bisogno di vergognarsi. Faccia un cenno col capo chi ha fatto parte del club, attivo o passivo. C’era, c’è sempre stato e ci sarà almeno un traditore in ogni relazione, la storia si ripete e cosa c’è da offendersi. La relazione solida genera mostri in numero di due, questo è il punto, e l’amante è solo il rimedio che consente stabilità sul lungo periodo. A rassegnazione l’umanità è messa bene da secoli, ci eravamo abituati tutti, sposati e no, e infatti per corna non si lasciava più nessuno. Gli amanti se n’erano fatti una ragione, i cornuti pure. Non s’abbandona un matrimonio lasco, che tu sia il tradito o il traditore. Si faranno cose porche in costanza d’impegno. Il funzionamento della macchina infernale è noto: il traditore, dotato di riserve morali per strafottersene dell’altrui sensibilità, appunto se ne strafotte, esercita il suo diritto a farsi passare gli sfizi erotici dove più gli aggrada e cade in piedi in modo egregio.

 

Chi resta, appunto, resta. Col cerino in mano, pure. Il cornuto è parte debolissima della storia, perfino oggetto di scherno, subire angherie pare colpa sua. L’altro è felice e trionfante. Il cornificatore è un cattivo felice, specie passata sotto silenzio dai moralisti: siccome riesce a farsi desiderare ovunque, carogna, diventa perfino vincente. Simpatico, irrinunciabile. Il bastardo è assopigliatutto, gli si perdona. Vorrebbe tenere in equilibrio l’impossibile e spesso – che amarezza – ci riesce. Che cosa di destra. Si capisce che con premesse del genere per il cornuto sarebbe impossibile salvarsi. Invece no, non è destinato a eterno dolore. Il male di corna, si scopre, è minore. Si salva pure lui – diventa campione in autopersuasione. Che sarà mai. Una voce dialettale del mio paese sostiene – e non è callo patriarcale ma tecnica sopraffina di sopravvivenza: “Peppe per Peppe, mi tengo Peppe mio”, dove Peppe sta per Giuseppe e rappresenta l’entelechia maschile. 

 

Trattandosi di prototipi tutti uguali al Nino Sarratore, tanto vale tenersi l’esemplare maschio (il Peppe) che già conosci.  Il cornuto a sua volta, nel vecchio schema novecentesco delle corna, si fortifica, guadagnando in rivalsa più avanti: a tradirsi si fa a turno. Diventa uno stronzo, vivaddio. E stavamo così, fino all’altro ieri, in vago equilibrio e semicontenti. Onestamente non ci mancava proprio niente, finché è arrivato il neoliberismo del sesso. Saranno stati i social? A un certo punto il sesso era ovunque, a tutte l’ore, moine esplicite (Instagram) e donazioni carnali con l’algoritmo (Tinder). Non s’è capito come, ma l’offerta di corna s’è fatta unlimited e quasi gratis. All you can eat, abbuffatevi.

 

Il giochino s’è bell’e rotto. Vedi caro amico, è questa la novità: così non ti piace. Tradire è bello se un poco infrange la dignità e affronta resistenze. La menzogna dell’infedele dev’essere anch’essa ludica, frizzante, rapidissima. Ora la preparazione della tresca si fa scritta, dal divano, basta inclinare l’iPhone, togliere le notifiche e l’infame è al sicuro. La cosa nasce lunga, dritta sui binari, costruita. E’ trattativa purissima, chilometri di lettere.

Così da un po’ di anni gli amanti hanno cominciato a non vedersi, le chat sopra i divani aumentano e aumentano, al posto del sesso una conoscenza lancinante. Ci si sfianca di cose in comune, come nel matrimonio. E si resiste, contro mille frasi preliminari come alle onde di Moby Dick. “La vittoria, come dicono i giapponesi, è di chi sa soffrire un quarto d’ora di più”. Questa vale sempre, la mette pure Proust nella Recherche.  Ma che c’entra scriversi, se non si sta lontani? Perché le parole al posto dei corpi? Le parole la vita la spiegano, ma ridotte ai soli loro mezzi – senza i fatti di fondamenta – l’annacquano e basta.

 

Vediamoci dopo cena – scrive l’amante su Whatsapp con una faccina diavoletta che promette bene. Il cornificatore se lo segna su calendar per martedì sera, sarebbe già pronta la scusa del calcetto o la riunione fino a tardi. Un quarto d’ora dopo riceve già un “che stai facendo?” e s’accorge che gli è passato lo sfizio, come ai panda.

Di più su questi argomenti: