Sesso contemporaneo / 4
Hai voglia a spogliarti (online) se il maschio non ci prova. Urge rivoluzione
In un tempo in cui usare le mani è socialmente disapprovato, mettere like è più semplice che affinare il corteggiamento. Le femmine si spogliano più di prima ma i maschi ci provano meno
Estate. Stagione dei densi climi, dei grandi mattini. Dove tra i mammiferi estinti – o in via di estinzione – segnaliamo playboy e fatalone da spiaggia. Proprio adesso che i suddetti mammiferi dovrebbero migrare dalle palestre al bagnasciuga – dal pilates al topless – ecco che non si trovano più. Estinti o in via di estinzione. Ma che fine hanno fatto? Cos’è successo? Gli intrighi, le gite in bicicletta, le capannine, i balli della mattonella di “Sapore di mare” non esistono più. Estinti anche loro.
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I minorenni che interpelliamo ci dicono che i maschi non ci provano. Non riescono, “non sono intraprendenti”, hanno paura “del cosiddetto palo”. Temono cioè reazioni umilianti, mortificanti. Escandescenze da post Me Too: “Ma come ti permetti?!”. “Tutti i miei amici, per provarci, hanno bisogno di bere”, dice un quasi maggiorenne salentino in pieno luglio (in quel mese che in Terra d’Otranto è come un carnevale a Rio). Quindi sono sempre le ragazze, spiega, ad allungare il passo. E benché queste non indugino a svestirsi, tra body positivity e belfies (i selfie del “lato B”), la seduzione resta ancorata al web. Dove basta beccare l’hashtag giusto e ci si ritrova in una miscellanea di culi. In varie fogge di fondoschiena, scollature, labbra a sederino d’oca. Ma dove tutto sembra cristallizzato.
Succede insomma che i ragazzi preferiscano guardare, scrutare, instagrammare. Ma non toccare. Volendo sintetizzare: come il video ha ucciso la radio, così click e Me Too han soffocato la seduzione. Per non parlare di OnlyFans, dove i commenti segnano l’anello di congiunzione fra uomo e scimmia, ma dove tutto rimane etereo. Dove persino il mestiere più antico al mondo si estingue nel noli me tangere (sulla piattaforma ci si prostituisce, ma solo online: si vendono pacchetti di nudo per “soli fan” che guardano ma non toccano. Vuoi perché guardare è più facile che toccare, vuoi perché se guardi a mezzo social non è molestia).
Così, mentre i Centers for Diesease Control ci mostrano che la percentuale di giovani statunitensi sessualmente attivi dal 1989 a oggi s’è abbassata, dal 55 al 39 per cento, noi sappiamo – anche solo guardandoci intorno – che il tasso di callipigie s’è notevolmente alzato. Almeno sui social. Le femmine si spogliano più di prima. Ma i maschi ci provano meno. Con la prova costume – adesso si chiama bikini blues – che non è più pensata per loro, ma per il feed. E qui i punti sono due. Da un lato c’è il social che stempera il porco che è in lui (porco che ormai scruta mutande senza mettersi in gioco; gli basta tribolare coi like). Dall’altro c’è il post Me Too, che ha reso una furia lei: irritabile e suscettibile se lui non le piace. In un rito in cui approcciare è quasi illecito, rispondere è scortesia (“Ma come ti permetti?!”). Somma di elementi, questa, che porta dritti a una conclusione, crudele per entrambi e lapidaria: non si quaglia più.
Se il playboy piange, la fatalona non ride. L’una perché hai voglia a svestirti se non hai prede; l’altro – il playboy – perché vive d’approvazione sociale in un tempo in cui usare le mani è socialmente disapprovato. Socialmente pericoloso. Oltre che faticoso. A tal proposito, due studiose di medicina del lavoro, in una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “The Journal of Hand Therapy”, mostravano – all’alba del Me Too – come la forza delle mani di 237 universitari del North Carolina si fosse notevolmente ridotta, dal 1985 al 2016, da 53 a 44 chilogrammi. La solita “crisi del maschio”, decretava il Washington Post. Adesso che i maschi sono meno avvezzi ai lavori manuali e sono un po’ più intellettuali – più attenti alle nostre fisime – va da sé che mettere like sia più semplice che affinare il corteggiamento. I maschi non s’ingegnano per usarle, le mani, che intanto perdono di energia ed è già tanto se sanno cliccare. E la domanda è: carissime amiche, a che serve posare sotto il segno di un’azzeccata angolatura, col filtro giusto che snodi le smagliature, se tanto lui è sempre più circospetto? Se s’avvicina sempre meno o non s’avvicina più perché anche noi – per paura del porco – siamo diventate iene e non sappiamo più rifiutare con garbo?
La risposta non c’è, e lodare i tempi antichi – capannine, bagnini, straniere affamate – non serve a niente. L’estate ci mette a nudo. E si capisce come il nuovo tabù sia un immenso cortocircuito: lo slip s’assottiglia ma non si piglia, la donna si spoglia ma il maschio ha paura. E l’estinzione è quella di due volti di una stessa sfera – maschio e femmina – che mentre ruota fa ruotare il mondo. Urge rivoluzione sessuale (remake).