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Il pesce social c'ha messo cinque secondi ad abboccare all'Arisa ignuda
Analisi di un fenomeno, tra malafede e plausibilità. La disperazione, l'esigenza di mercato e il sincero desiderio di marito dietro al post della cantante su Instagram
Affare Arisa. Possibili letture del fenomeno. Il fenomeno: lunedì all’improvviso s’è pubblicata ignuda sul suo profilo instagram con annuncio di ricerca fidanzato. Soggetti sanissimi, max 45 anni, economicamente autosufficienti e a cui piaccia solo e da matti l’organo sessuale femminile, in particolare il mio.
Il pesce social ha abboccato (abbocca sempre) e l’ha ricompensata con la mezza giornata di barzellette e clamore e l’altra mezza giornata di copertura dei mezzi di stampa per indagare gli scopi del gesto, e cosa ci dice il gesto dell’umanità che siamo diventati e tutta la zeza. Volentierissimo partecipo anche io al dibattito con le tre possibilità di analisi della storia che ritengo più coerenti e con i moventi più credibili, quanto a malafede o plausibilità.
Disperazione.
Inutile girarci intorno, lo sanno pure i boomer e ce lo diciamo tutti da quando abbiamo Facebook: la foto nuda è segno di squilibrio. Stai poco bene. Hai scavalcato lo steccato dell’accettazione della noia e del tempo che passa e ti dirigi verso l’esaurimento nervoso.
La domanda è minima e dirimente: ma ti pare che nel pieno possesso delle facoltà mentali ti metti senza mutande nell’etere a quarant’anni? Non è esibizionismo funzionale: francamente, pure i più evoluti, che vuoi che pensino, a vederti così? Che stai benissimo?
E finiamola pure noi con la storia delle libertà del corpo. Ipocriti. A fare i finti avvertiti e di mondo. Ah guarda come se la spassa, Arisa, esercita tutti i diritti moralmente costituzionali di una donna e applica l’autodeterminazione. L’autodeterminazione dei film di Pierino, senza Pierino.
Un poco di onestà, intellettuale o di altra sostanza anche più pratica: è una verità universalmente riconosciuta che quando nella vita è tutto a posto, il culo preferisci tenerlo coperto.
Esigenze di mercato.
E’ una procedura di frode standard, spogliarsi e battere cassa, d’altra parte Elodie non è che sta in tailleur e Mengoni va spesso in canottiera di pelle. Bisogno di emersione. Il corpo conta. Anche questa interpretazione tiene: siamo quasi a settembre, riaprono le baracche buone dell’industria culturale, Arisa necessita posizionamento per far parlare di sé e ottenere qualche incaricuccio. Contratti, partecipazioni, collaborazioni, sgabellini da qualche parte, una linea di borse sottomarca, il Fruttolo, il sapone Palmolive, pigliamo tutto. La vita online s’è fatta durissima: non funziona più niente, non basta più niente, per farsi guardare.
Intrattenere il pubblico a fini commerciali – quindi farsi lo stipendio coi social – è diventata una fatica. Devi essere Francis Ford Coppola che fa le reclame. Dai, meglio andare a lavorare. Sono dieci anni che esageriamo, la colpa è nostra, sta di fatto che la borghesia non si sciocca manco se le spari.
Lo shock – come W. Benjamin definì la fruizione del film – sostituisce la contemplazione come atteggiamento ricettivo di fronte a una rappresentazione. Oggi, tuttavia, esso non è più adeguato a caratterizzare la percezione. Lo shock è un tipo di reazione immunitaria: in ciò assomiglia al disgusto.
Ormai, le immagini non provocano più alcuno shock: persino immagini raccapriccianti hanno la funzione di intrattenerci, sono rese consumabili.
Questo assicura il coreano moderno vate, nel libro Nello Sciame (H. Byung-Chul). Bisogna credergli.
Torniamo ad Arisa nuda: cos’è oggi che produce shock, e quindi moneta?
Non ci siamo evoluti, sono le stesse cose che riempivano i giornali negli anni ’90. Gente che si cornifica, gente male assortita (secondo noi) che si mette insieme, cellulite, seni, chiappe. Arisa, peso direi medio dello spettacolo, è stata costretta al quarto d’ora un po’ porno per comprensibili ragioni di promozione. La cura delle foto, il trucco, le pose non certo improvvisate pendono per questa versione, nell’esegesi del gesto.
Sincero desiderio di marito.
Triste, ma potrebbe essere anche questa, la verità. Che Arisa, poveracrista, le abbia provate tutte e sia rimasto solo il discount. Chiedete a chi vi pare. Qui non ci si fidanza manco a pagare. Le migliori hanno rinunciato, non c’è margine di trattativa, impegno, costruzione. L’offerta di altra carne umana (femmine) non finisce mai, vanno tutti al padel, su tinder, le corna te le fanno pure i chierichetti. Metti pure il ricambio rapido, la crisi della civiltà, l’amore che è passato di moda, la generazione che sta facendo il record mondiale storico di castità e pure quello di disturbi dell’umore.
Dopo cent’anni di negazioni e paccheri, il maschio ha mutuato la tecnica, ecco il Gattomorto, quello che non ha niente da perdere e se lo perde volentieri. Internet, gran distruttore di anime, questo antieccitante artificiale ha sotterrato le possibilità di essere normali: sta diventando rarissima una merce banale, la coppia moderatamente contenta. Vengono richiesti pesantissimi atti di volontà, metodo e credenziali. Siamo a un passo dall’Amami, ti pago.
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