(foto EPA)

nuovi cialtroni

“Complessità”, la menzogna dei nuovi maestri dell'odio

Maurizio Crippa

In paesi seri il tifo per Hamas viene sanzionato, da noi i divulgatori delle peggiori castronerie e teorie finiscono in tv o su TikTok

Non è Harvard, non è la Statale di Milano, ma per fortuna un paese capace di mettere al loro posto i cattivi maestri esiste. A Parigi un prof. dell’Università Panthéon-Assas è stato sospeso per “affermazioni indecenti” in merito all’attacco di Hamas. E la ministra Sylvie Retailleau ha inviato l’ateneo a “vigilare sul rispetto della legge e dei princìpi repubblicani” dopo che un gruppo di studenti ha scritto: “Diamo il nostro sostegno incrollabile alla lotta del popolo palestinese in tutte le sue forme, compresa la lotta armata”. Chissà se qualche loro amico è morto al Bataclan.

Si parla della Francia, perché in Italia è ancora più sconsolante. Le gride di Valditara resteranno nel vento, e i maestri dell’odio e della falsificazione vanno in tv. Lunedì nel salottino di Gruber c’era la “ex ambasciatrice e scrittrice” Elena Basile:  “L’orrore di oggi deriva da 75 anni di occupazione israeliana e di una politica occidentale piena di doppi standard” (e l’odio dell’Iran, che non è mai stato occupato?). Nel silenzio compiacente riesce a dire: “Siamo inorriditi di fronte alla barbarie di Hamas, però dobbiamo ricostruire storicamente il motivo per cui è nato Hamas”. Non sarebbe male nemmeno chiedersi perché fosse nato il nazismo: forse aveva buone ragioni. Basile è purtroppo solo l’ultimo manufatto di una predicazione velenosa, cui poi si abbeverano i giovani e persino Patrick Zaki.

 

Certo, si possono avere perplessità e giudizi critici sull’intera storia israelo-palestinese, a partire dalla Dichiarazione di Balfour; l’incapacità dell’Onu di svolgere un ruolo decisivo non può essere taciuta. Ma se è esistita una sinecura (se è esistita) per Israele rispetto alle gride dell’Onu, ogni studioso che non sia un mistificatore deve riconoscere che è stato per permettergli di evitare uno sterminio frutto di antisemitismo. La complessità è maschera e giustificazione.

Qualcuno ha rimesso nel frullatore una lezione TikTok del professor Barbero del 2021, in cui risponde a una domanda che non meriterebbe risposta: è giusto paragonare Israele ai nazisti? Il prof. giurava che no, ma ripete ben quattro volte in tre minuti la “N word”, storcendo la bocca. Giudicate da voi l’effetto che ottiene. “Qualcuno ha detto: dobbiamo salvare Israele da se stesso”, ha detto Basile. “Io direi dobbiamo salvare il popolo israeliano, questa gioventù ebraica che è stata sterminata da una strategia basata solo sulla forza, sulla repressione”. Una bestemmia, di fronte alla strage del rave. Forse anche al Bataclan i terroristi volevano “salvare” i giovani. Nessuno la fa tacere, nemmeno quando accusa “l’arroganza e la hubris” dell’occidente: “Gli ebrei sono stati sterminati da una potenza europea, la Germania”. Forse ignora che la Germania non era un democrazia. Se non volete tornare a scuola almeno tacete, per decenza.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"