Con giornate così abbiamo tutti qualcosa, anche senza arrivare al burnout
Casa, ufficio, social, notizie e di nuovo casa. Mio nonno tutte queste cose in una sola mattina se le sognava
Io non ho nessun burnout, sto benissimo. Se non l’ha preso mio nonno, il burnout, vuol dire che siamo tutti salvi. Mio nonno quando doveva fare un complimento a qualcuno diceva solo: un grande lavoratore. Anche io voglio essere un grande lavoratore. Sono un avvocato, socio di uno studio in centro, faccio una vita seduta, ottima e privilegiata.
7.00 sveglia. Ritarda. Nove minuti me li posso permettere. Sono il sonno migliore.
7.15 caffè. Non devo nemmeno fare la fatica di preparare la macchinetta, niente gesti inutili. Cialda di alluminio, tuc, caffè. Chissà se mi bevo pure l’alluminio.
7.20 Mio nonno che faceva mentre beveva il caffè? Apro i social: Hamas Israele bonus psicologo Fedez.
7.45 doccia. Shampo. Marca di shampo che qualche tempo fa The cut aveva scritto che forse era cancerogeno. Preoccupazione (5 secondi). Fon. Ho quel fon rapidissimo che fa lisci e piega in 10 minuti. Guadagno un’ora.
8.20 metropolitana. A volte il treno si ferma per tentato suicidio sui binari. Le facce delle persone parlano. Cercano di non tradire fastidio. E però vorrebbero sbuffare.
9.05. Caffè della macchinetta dell’ufficio. Cialda di plastica. Chissà se me la bevo, questa plastica. Preoccupazione (5 secondi).
9.10 giornali online.
9.15. Email, apertura. 13. Email nervosa, email ansiosa, email propositiva. Email petulante, email non-ti-scordar-di-me (magari).
9.20 risposte email.
9.40 controllo pec. Agenzia delle entrate, errore nella dichiarazione 2021. Fanno 4.000 euro.
9.45 lampo di disperazione (30 secondi). Mail a commercialista. Telefonata a commercialista.
Ora capiamo. Sei la trentesima stamattina, si vede che cercano di battere cassa.
10.00 Udienza online. Faccia del giudice che dice allora qua che vogliamo fare, forza pagate e levatevi davanti.
10.15 Telefonata al cliente in cui spiego che è meglio pagare.
10.30 altre 8 mail.
11.15 email sull’altra email. La newsletter di Don Antonio, passo della Bibbia e breve esortazione a non perdersi d’animo. Ma tu pensa don Antonio che ha quasi 90 anni, fa servizio negli ospedali e trova il tempo della newsletter tutti i giorni. Se non si lamenta lui. Altro che burn out. Andare a lavorare. Perditempo, lavativa.
11.20 Instagram. Diapositive della guerra. Influencer che consiglia altre diapositive della guerra.
11.30 videocall (del tipo: conoscitiva). Allora questo progetto - tà-tà-tà – lo seguiamo con (Associazione di categoria), preventivo spacchettabile? – sì spacchettabile – allora ci risentiamo.
12.00 videocall (del tipo: esplorativa). Allora quel progetto – tà-tà-tà – ci fate lo sconto?
Mio nonno tutte queste cose in una sola mattina se le sognava.
12.30 Twitter. Il cane caduto dal balcone, Seveso esonda, Jovanotti a Sanremo. Hamas Israele emergenza psicologo.
12.45 che faccio ordino deliveroo o scendo al supermercato? Scendo al supermercato, almeno mi muovo.
13.15 banco salumi. “Il solito etto di cotto?”. “Sì tagliato sottile per favore”. “Quale le do?” “Quello senza conservanti”. “Stasera la vedo sul tre al programma di Geppi?”. “Sì, sì, ci sono”.
13.30 panino alla scrivania. Instagram. Hamas Israele Halloween psicologi online.
14.10 email affranta di cliente per separazione conflittuale e chiede una videocall nel pomeriggio.
14.15 risposta partecipato-affettuosa del tipo terapeuta-da-quattro-soldi ma scritta con molta cura. Scopo: evitare videocall urgente.
14.30 videocall urgente.
15.00 email commercialista: Devi pagarne solo 1000.
15.10 email per il commercialista ferma e fredda: devo fargli capire che l’errore è suo e deve attivare l’assicurazione. Sforzo di essere gentile. Però anche blanda minaccia di incazzatura.
15.30 afflizione ma idee nuove, proposte di articoli per il giornale. Scrivo al direttore Cerasa.
16.00 riunione plenaria dipartimenti studio. Il conclave discute sul tema: ci sono tre rogne appena arrivate. Chi se le piglia?
17.15 ancora sei mail. Una è un invito gentile che viene gentilmente declinato per impegni credibili altrove.
17.30 pensiero felice: meno male che non mi taggo mai, con tutte le balle che racconto.
17.35 è ora di mettersi a lavorare. Questa memoria di costituzione s’ha da fare in sette giorni.
18.10 Instagram. Hamas Israele bonus psicologo.
18.15 lettura scartoffie.
18.45 ma perché cazzo ho scelto questo lavoro.
19.00 tweet con cui mi lamento di quanto sia un mese difficile. Concordano tutti.
19.02 Autodiagnosi di indegnità. Ci sono persone sotto le bombe.
19.15 forza ancora mezz’ora.
19.45 Numero di pagine scritte: sei. Soddisfazione per la capacità di impormi la fatica e portare a termine il compito. Il mio “è un grande lavoratore” si avvicina. Il nonno sarebbe fiero di me.
20.15 cena
20.30 Gruber
21.30 Trascinamento dal divano al letto. Tre eroiche pagine di un libro.
Io non ho nessun burnout, qualcosa però ce l’abbiamo tutti. Chiamatemi quando si trova il nome.
Politicamente corretto e panettone