L'intervista
Il Signore delle mostre. Parla Alessandro Nicosia, l'organizzatore (tra le altre cose) della rassegna su Tolkien
"Un autore di tutti", così il direttore di "Roma arte in nuvola" definisce l'autore della celebre saga a cui è dedicata la mostra promossa dal ministro Sangiuliano
Le grandi mostre d’arte – da Van Gogh a Munch, da Gauguin a Guttuso – e le grandi mostre celebrative – i 150 anni dell’Unità d’Italia, i 50 anni della Corte costituzionale, l’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali e – ancora – il centenario della Sinagoga di Roma e i 60 anni dello Stato d’Israele – senza dimenticare tutte le altre. Quella di Alessandro Nicosia, l’imprenditore dei record con la sua C.O.R/Creare Organizzare Realizzare, è “L’arte del saper far bene italiano”, volendo citare un’altra sua mostra dedicata al Made in Italy e organizzata all’Aquila in occasione del G8, nel 2009, subito dopo il sisma, insieme a un’altra sull’arte del capoluogo abruzzese che giustamente, come scrisse un anonimo poeta, “non po’ perire”. Catanese di nascita, romano d’adozione, Nicosia ha dedicato e dedica la sua vita all’arte. “È una grande passione – dice al Foglio – che ho fatto diventare il mio lavoro e di tante altre persone che hanno lavorato e lavorano con me”.
C’è anche lui dietro i successi di “Roma Arte in Nuvola” – la grande fiera internazionale di arte moderna e contemporanea della Capitale da lui ideata e diretta con Adriana Polveroni e Valentina Ciarallo – che aprirà la sua terza edizione il 23 novembre alla Nuvola di Fuksas. In attesa della mostra commemorativa che sta finendo di costruire per il centenario dalla morte di Giacomo Matteotti (dal 28 febbraio 2024 a Palazzo Braschi), dal 16 novembre prossimo arriva alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma la grande esposizione “J.R.R. Tolkien. Uomo, Professore, Autore”, una delle più attese dell’anno che sta per concludersi. Promossa dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nasce in occasione dei 50 anni dalla scomparsa dello scrittore e dalla prima edizione italiana de “Lo Hobbit” per Adelphi. “Città come Oxford, Parigi e Milwaukee hanno celebrato a più riprese una delle personalità più ragguardevoli della narrativa mondiale, ma Roma non sarà ultima per importanza, perché nell’impostazione metodologica del progetto espositivo abbiamo voluto una trattazione colta e insieme spettacolare, scientifica ma anche divertente”. “Per la prima volta sarà infatti raccontato l’uomo, il padre, l’amico, l’accademico, l’autore di studi e di pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese”. Lui è John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), “uno scrittore, ma soprattutto un creatore di mondi”, tiene a precisare Nicosia che l’ha organizzata e curata insieme a Oronzo Cilli, tra i massimi esperti dell’autore inglese.
Un mondo, quello descritto ne “Il Signore degli Anelli”, che ha le caratteristiche del nostro. Esso è infatti un’allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi e appassiona, perché parla di tutto ciò che affrontiamo quotidianamente negli spazi mutevoli che dividono la decisione dal gesto, il dubbio dalla risoluzione, la tentazione dalla caduta e dalla salvezza. “Un libro così – aggiunge – insieme a “Lo Hobbit” e a “Il Silmarillion” fu scritto ieri sulla carta di oggi con l’inchiostro di domani. Piace e continua a piacere, perché ha ripreso antichi miti individuati in polverose pergamene, facendo vivere al Novecento una straordinaria fiammata di cultura”. Tolkien un autore di destra? “Assolutamente no”, ribadisce Nicosia. “È stato un antifascista e un anticomunista, un conservatore cattolico osservante e un liberale, una persona che decise di combattere e di criticare gli estremisti”. “Della scelta di dedicargli un’esposizione in Italia sarebbe stato lieto, perché in una lettera scrisse di essere innamorato dell’italiano, sentendosi ‘alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo’”. La troverete in mostra insieme a testimonianze dei suoi viaggi in Italia – a Venezia, Assisi, Stromboli, Civitavecchia e ancora a Venezia nel 1966 – ai tanti contatti, diretti e indiretti, e alla conoscenza di studiosi e intellettuali italiani.
Alla GNAM ci sarà l’uomo del suo tempo, il grande romanziere, il linguista, il filologo e il professore di Oxford nella sua complessità artistica e umana. Sono quasi 1.300 gli oggetti in mostra, tra cui 900 edizioni da tutto il mondo con prestiti eccellenti dalla The Tolkien Society, dalla University of Reading, dall’Université de Liège, dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, dalla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce e dal Venerabile Collegio Inglese. L’intera saga del film di Peter Jackson sarà proiettato nell’ultima sezione dedicata alla sua eredità che si aggiunge a quella animata delle mappe della Terra di Mezzo, “permettendo così agli appassionati e al grande pubblico – conclude Nicosia - di essere introdotti nella grandezza di questo scrittore e di comprendere quanto la sua vita e la straordinaria conoscenza del mondo antico siano alla base del suo processo creativo, un autore che è di tutti”. La mostra sarà nella Capitale fino all’11 febbraio 2024, dopo andrà a Napoli e in altre città.