Che stupidata e che pena il congedo a Paola Concia
Revocata la nomina. Io sono contro il matrimonio unigender da quando i destri di governo avevano i calzoni corti, ma che c’entra con l’educazione alle relazioni, che poi è una stramberia piena di buone intenzioni? Niente
Paola Concia era perfetta per il ruolo attribuitole dal ministro Valditara. Intelligente, esperienza politica, capacità di comunicazione, nessun settarismo, niente provocazioni, trasversalità culturale e politica. Lesbica e sposata con una donna, non mi pare un reato né penale né di costume. E’ un fatto. Internazionalmente registrato come tale. Una cosa che prima o poi arriverà anche in Italia.
Io sono contro il matrimonio unigender da quando i destri di governo avevano i calzoni corti e le destre i grembiulini, ma che c’entra con l’educazione alle relazioni, che poi è una stramberia piena di buone intenzioni? Niente. I destri sono ricchi di divorzi, relazioni more uxorio come si diceva una volta, famiglie allargate, ristrette, miste, e omosessuali quanto basta. Sono come il resto della società e delle famiglie e della scuola, più o meno. Nessuno li discriminerà o processerà per questo, la chiesa cattolica li benedice in pubblico e in privato, com’è giusto e in certi casi perfino esagerato, ma che mai vorranno da Paola Concia i settari del moralismo bacchettone?
Queste dell’omosessualità e del gender sono cose delicate, che vanno trattate con un saper conoscere e un saper fare estraneo ai sanfedisti della buona condotta. Ne discutiamo qui e altrove da anni, distinguiamo, cerchiamo di capire anche l’incomprensibile, mai una parola nel senso della propaganda, della dottrina mal interpretata, della tradizione tradita dai tradizionalisti ignoranti, che peraltro non sono nemmeno la maggioranza. C’è un modo di fare le cose, di parlarne, di agire politicamene in una società aperta e laica. C’è un modo di afferare lo spazio pubblico di idee diverse dal mainstream della gay culture o della gender theory. S’immagina che Meloni e La Russa e altri lo sappiano anche molto bene, il loro comportamento in genere è il vocalizzo familista, una certa trasgressività, un tocco di maschilismo e uno di femminismo, sono come tutti, confusi nel bene e nel male. Così era Berlusconi, re della trasgressione e della tolleranza. Così è nella vita il senatore Salvini, con tutto il cuore immacolato di Maria sulla sua scia o che gli fa da battistrada nei comizi. E allora?
Concia avrebbe aiutato a capire, semplicemente. Non aveva nessuna intenzione, come si è visto da quanto ha detto e fatto al momento della nomina, di figurare da apripista alle confusionarie battaglie Lgbtq eccetera. Avrebbe legittimato in una sede pubblica, di confronto e di governo del problema degli affetti insegnati a scuola, vaste programme, l’apertura culturale di un ministero e di una commissione di garanzia. Non si vede dove stia il problema. Non si capisce come gente che ha fatto il suo su questioni come l’Ucraina, Israele, l’antisemitismo, la gestione dell’economia, l’Europa, poi si infili in una querelle di basso conio, inseguendo non già il grande pregiudizio, che è sempre pronto a confrontarsi con il giudizio e il pregiudizio degli altri, ma la piccola e meschina sicurezza di sé delle truppe cammellate di una vecchia idea intollerante di famiglia e di relazioni affettive. Che pena. Che prova di lassismo politico e civile, che stupidata o stupidada senza aggettivi.
Abituati alla tragedia