Saverio ma giusto
Lo stilista Conte: il nuovo re della moda
Come si arriva alla pace in Ucraina? Semplice, vestendo Zelensky in total white. E gli ostaggi israeliani? Dovrebbero indossare maglie over dai colori vivaci
E’ tutto pronto per la Giuseppe Conte Fashion Week. Tutto è cominciato qualche sera fa in diretta tv, quando il leader del Movimento 5 Stelle ospite di Giovanni Floris ha scambiato “Di Martedì” per “Ma come ti vesti?!”, La7 per Real Time, e ha lanciato la sua prima collezione “Kiev Primavera/Estate” che riscrive i codici della leadership maschile ucraina: basta con gli abiti militari, secondo Conte l’uomo Zelensky deve indossare abiti civili. Il “sarto del popolo” è sicuro: la diplomazia va affidata al comparto del tessile, del resto si tratta di ricucire degli strappi, o in altri termini metterci una toppa.
E allora “Volodymyr Zelensky by Conte” indossa completi con giacche scivolate, rilassate e morbide, pantaloni in raso lucido, maglioni in cotone, mocassini scamosciati: un look più arrendevole – esaltato dalla scelta del total white – che favorisce i negoziati di pace. Ma la collezione ucraina è stata solo la prima della maison pentastellata: Conte ha già pronte nuove creazioni per risolvere i grandi conflitti e problemi che affliggono l’umanità. La crisi israelo-palestinese? “Re Giuseppe” – come ormai lo chiamano tutti nel mondo delle sfilate- non ha dubbi: “Bisogna evolvere come evolve il gusto e la moda, ma senza stravolgere l’eleganza classica”. E allora via dai palestinesi la kefiah, sostituita con una morbida pashmina damascata in lana pregiata o cashmere; mentre l’esercito israeliano immaginato da Conte indossa divise genderless, con dettagli sartoriali (notevoli i glitter sulle cuciture, ovviamente a vista) e maculate con i colori della bandiera della pace. Secondo Conte, la soluzione “due popoli, due look” è l’unica percorribile per porre fine alle reciproche atrocità che durano da decenni.
Giuseppe Conte è altresì convinto che anche gli ostaggi israeliani sarebbero già stati liberati da Hamas, se solo si vestissero diversamente. Secondo Conte gli ostaggi dovrebbero indossare maglie over dai colori vivaci (per renderne più facile l’individuazione); e per evitare gli stupri jeans skinny super aderenti (“presentarsi sempre in minigonna secondo me, anche da un punto di vista dell’immagine…”, argomenta lo statista, pardon, stilista). Per le tensioni sul Mar Rosso e le operazioni internazionali contro gli houthi, Conte suggerisce un look rilassato ma non trasandato, con calzature simil-espadrilles (“andiamoci piano…”) e capigliature lucide (“per richiamare la lucentezza del Mediterraneo”). A tal proposito, Giuseppe Conte annuncia che risolverà il problema dell’immigrazione con la sua prossima collezione Moda Mare.
Venendo alle questioni interne: come va la collaborazione con il Pd? Le due case sono alleate o rivali? Dopo la collaborazione in Sardegna, ora i due brand sfileranno insieme anche in Abruzzo. Ma una collezione nazionale è possibile? Stando alle divisioni in Basilicata e Piemonte, sembrano lontani i tempi in cui Nicola Zingaretti (allora direttore creativo del Partito Democratico) definì il collega “un punto di riferimento fortissimo per l’eleganza maschile”. Giuseppe Conte precisa: “Ben venga il classico, ma è anche vero che il mondo esige le novità. Ho pensato a colori speciali e ad abbinamenti nuovi per costruire una figura di uomo accettabile, credibile. Il tutto, gratuitamente”. E’ evidente che Giuseppe Conte voglia andare oltre l’immagine maschile che lo ha reso celebre, quella dell’uomo con la pochette. Ora il suo stile richiama più le pezze al culo.
generazione ansiosa