Saverio ma giusto
I premi Oscar d'Abruzzo
Vince Marco "Oppenheimer" Marsilio. Delusione per "Barbie Schlein". Tutti gli altri candidati e vincitori di questa doppia votazione, da Los Angeles a L'Aquila
Nella notte fra domenica e lunedì le notizie che arrivavano – praticamente in contemporanea – da Los Angeles e da L’Aquila hanno generato una certa confusione fra la notte degli Oscar e le elezioni regionali in Abruzzo. Sarà bene dunque fare un po’ di chiarezza sui premi dell’una e i dati dell’altra, distinguendo un evento dall’altro. “Io Capitano”, il film di Matteo Garrone sull’immigrazione africana nel Mediterraneo, non ce l’ha fatta: in Abruzzo ha vinto Marco “Oppenheimer” Marsilio, il favorito, che si è portato a casa sette statuette fra cui Miglior Film e Miglior Regia nonostante i sondaggi della vigilia dicessero che la partita fosse aperta e lo scarto fra i contendenti minimo.
Al contrario, “Barbie Schlein” è stata snobbata dagli elettori dell’Academy: porta a casa solo l’Oscar come Miglior Canzone (la cover di “Sinceramente” di Annalisa intonata dalla stessa Schlein qualche sera fa ospite di Bianca Berlinguer a “E’ Sempre Cartabianca” su Rete4); per la Sceneggiatura Originale è stato preferito invece “Anatomia di una caduta”, film comunque ispirato ai risultati del centro-sinistra in Abruzzo. Matteo Garrone ha accettato la sconfitta (“Sono felice, più di così non potevo fare”) e se ne è assunto la responsabilità, anche se si rammarica per l’astensionismo: “E’ colpa mia, la sconfitta più bruciante”. Nonostante a sostegno del regista nei giorni scorsi si siano spesi, oltre a Elly Schlein, anche la neo presidente della Sardegna Alessandra Todde e Martin Scorsese, a Garrone sono mancati i voti dei 5 Stelle e dei centristi. L’Oscar come Miglior Film Internazionale è andato dunque a “La Zona d’Interesse”, film che racconta la vita quotidiana di una famiglia nazista che vive in una villetta con giardino adiacente al campo largo. Durante lo spoglio delle schede, Giuseppe Conte è salito sul palco completamente nudo – a parte una pochette a coprirgli i genitali – per assegnare l’Oscar ai Miglior Costumi, andato a “Povere Creature!” (che, come si evince dal titolo, è la storia degli elettori di centro-sinistra che si erano illusi di dare una spallata al governo Meloni per 1.600 voti di scarto in Sardegna), film che è anche valso a Emma Stone l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel ruolo de La Sinistra.
La vera sorpresa è “Forza Italia”, di Antonio Tajani: oltre all’Oscar personale come Miglior Leader di Partito Non Protagonista, Tajani è riuscito a far vincere al suo partito l’Oscar come Miglior Film di Rianimazione a discapito de “La Lega” di Matteo Salvini, che torna a casa a mani vuote, neanche un premio tecnico. Commossa la reazione di Giorgia Meloni: “Marsilio è il primo presidente a essere riconfermato, ed è motivo per noi di grande orgoglio. Mi si è anche scucito il vestito e ho perso la voce”. Esulta Christopher Nolan, che esce vincitore indiscusso dalla notte degli Oscar: attacca Conte e Schlein – “Hanno riesumato nonno Vendola e zio Bersani, campagna elettorale di livello agghiacciante” – e annuncia il suo prossimo film, un kolossal sulla Roma-Pescara con Cillian Murphy fresco di Oscar come Miglior Attore Protagonista nel ruolo di un capo-cantiere originario di Montesilvano – pare stia già prendendo lezioni da un coach abruzzese per imparare l’accento. E dal red carpet del Dolby Theatre di Pescara è tutto, a voi studio!
I guardiani del bene presunto