(foto Getty)

Omologazione totale

Fluidità da incoraggiare e bambini da medicalizzare. I nuovi guru del gender

Alessandra Libutti

La barbarie che cancella la diversità. Per Aurelio Mancuso "il ‘queer’ è la negazione dell’omosessualità”. Come il concetto di transessualità è transitato dalla consapevolezza a un'idea di fluidità omologante

Le “terapie di affermazione” del genere sono sempre state “terapie di conversione” con un altro nome. A sostenerlo è Andrew Doyle (autore del saggio “The New Puritans”) in un infervorato articolo apparso sulla rivista Spiked all’indomani della pubblicazione del rapporto della dottoressa Hilary Cass sui servizi della medicina di genere per bambini e adolescenti nella sanità inglese (che in seguito al rapporto ha sospeso la somministrazione dei bloccanti della pubertà). Per spiegare il concetto espresso da Doyle, partiremo con il chiarire cosa si intende per “terapie di conversione”. Si tratta di pratiche mirate a reindirizzare gli omosessuali verso l’eterosessualità ritenendo che l’omosessualità sia una forma di devianza da rettificare o una malattia da curare. Scientificamente non è così e (riconoscendo che può esistere una diversità naturale) negli ultimi decenni le terapie di conversione sono state abbandonate da quasi tutti i paesi occidentali. Fino ai primi anni 2000, spiega Doyle, sia per quanto riguardava i diritti dei gay sia per quelli delle persone transessuali, la direzione sembrava quella giusta. Nel Regno Unito, associazioni come Stonewall si muovevano a protezione della comunità lgbt e organizzazioni come Mermaids offrivano consigli sensati ai genitori rassicurandoli che i disturbi dell’identità di genere nell’infanzia e nell’adolescenza potevano avere cause diverse ma nella maggior parte si sarebbero risolti in omosessualità o bisessualità o anche eterosessualità.

Ecco però che all’alba del nuovo millennio, con il diffondersi dell’ideologia gender (che vede sesso e genere come indefinite “essenze spirituali”), queste due associazioni cambiano radicalmente direzione. Sull’onda di quella che Doyle definisce “un’ipotesi metafisica”, Stonewall si scinde e i fondatori, contrari alla nuova linea, abbandonano il campo ai nuovi guru del gender. Oltre a Stonewall, cambia direzione anche Mermaids quando Susie Green diventa il nuovo amministratore delegato. Per Green (che ha portato suo figlio in Thailandia per farlo evirare il giorno del suo sedicesimo compleanno) la fluidità deve essere incoraggiata attraverso transizioni precoci. E’ lei a spingere perché i bloccanti siano introdotti dalla sanità inglese come nuova forma di terapia. Oltre a essere un’audace lobbista e regina dei Ted Talk è anche firmataria di alcune linee guida della World Professional Association for Transgender Health (Wpath) che, sebbene non rispettino alcuna metodologia scientifica, grazie a una strategia congiunta di lobbying e intimidazione delle voci dissenzienti, diventano la base di tutte le linee guida nazionali.

Il concetto transita rapidamente dalla consapevolezza della transessualità (e accettazione della disforia di genere) a un’idea di fluidità omologante; dalla fine delle pratiche di conversione (e accettazione della diversità) all’omologazione e la spinta verso nuove pratiche di conversione. I bambini con problematiche relative al gender vengono infatti attivamente spinti verso la transizione. Secondo quanto rivelato da Cass al British Medical Journal, i bambini venivano “istruiti su cosa dire e cosa non dire” per poter ricevere la prescrizione di farmaci che bloccano la pubertà. Per Doyle medici, istituzioni e parlamentari sono tutti complici della messa in atto di una barbarie che ha portato alla medicalizzazione di bambini sani, a nuove terapie di conversione gay e alla sterilizzazione o castrazione di migliaia di adolescenti.

Sulla stessa linea di Doyle è anche Aurelio Mancuso (ex presidente di Arcigay) “Il ‘queer’ è la negazione dell’omosessualità”, ci spiega. “Se siamo tutti i fluidi, allora gay e lesbiche non esistono. E’ la morte della cultura gay nel mondo perché cancella l’idea di ‘differenza’ per cui abbiamo sempre lottato. Per loro siamo tutti ugualmente indefiniti. Questa è una nuova forma di fascismo culturale che nega che un uomo che ama un altro uomo possa essere (e restare) un uomo; una dottrina che spinge dei bambini con preferenze verso lo stesso sesso a transitare nell’altro sesso. Cos’è questo se non un voler ripristinare una norma di eterosessualità?”. Anna Paola Concia (ex deputata del Pd e attivista per i diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali e transgender) spinge la questione anche oltre: “Non solo l’ideologia gender cancella l’omosessualità ma mira a far sparire le donne”. Per Concia l’affermazione della donna nella sua diversità (come nel caso di omosessuali e lesbiche) è stata un traguardo che ha aperto le porte verso la parità dei diritti. Per lei l’omologazione è una forma di misoginia. C’è poi la questione etica dietro alla pratica malsana di favorire le transizioni precoci. “Nell’adolescenza siamo tutti alla ricerca di un’identità sessuale,” conclude Concia. “La cosa migliore è lasciare gli adolescenti vivere quel periodo della loro vita senza interferenze esterne”.

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