Storia di una Festa
Da Dante a Jovanotti, l'Italia "mammona" festeggia. Ma l'idea della Giornata non è nostra
Nel maggio del 1870 la attivista Ward Howe propone un Mother's Day for Peace. In molti la imitano e nel 1914 il Congresso decide di ufficializzare la Festa della Mamma. Da noi, nel 1956 inizia a celebrarla il comune di Sanremo e nel 1958 la giornata è istituita per legge
“Mamma mia dammi 100 lire”, chiedevano gli emigranti italiani dell’800; “ho lasciato la mamma mia/ l’ho lasciata per fare il soldà”, si lamentavano i combattenti della Grande Guerra; “O cara mamma/ vienimi incontra”, invocavano pure le mondine; “Mamma ritorno ancor nella casetta/ sulla montagna che mi fu natale”, era il tono di una canzone con cui il fascismo propagandava la conquista dell’Etiopia; “Dalla sua mamma ritorna il partigiano”, celebrava pure l’antifascismo; “Viva la mamma/ Affezionata a quella gonna un po' lunga/ Così elegantemente anni cinquanta/ Sempre così sincera”, era il ricordo di Edoardo Bennato”; “Ciao mamma/ guarda come mi diverto”, faceva dire Jovanotti ai giovani discotecari. Insomma, gli italiani sono addirittura compiaciuti di essere considerati un popolo di mammoni, e non è che gli intellettuali si discostino poi troppo dal popolo. Dal “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio” di Dante alla Supplica di Pier Paolo Pasolini, che non a caso nel suo “Vangelo secondo Matteo” le aveva fatto fare la Madonna. “È difficile dire con parole di figlio/ ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio./ Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,/ ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore”.
Eppure, la Festa della Mamma non è nata in Italia. Come la gran parte delle ricorrenze laiche che si sono affermate nel mondo indipendentemente da religione e memorie patriottiche, anch’essa è stata inventata negli Stati Uniti, sia pure con una gestazione piuttosto lunga. La prima idea venne nel maggio del 1870 a Julia Ward Howe, attivista pacifista e abolizionista che propose infatti di istituire un Mother's Day for Peace. Ma bisognò aspettare 38 anni prima che la sua amica Anna Jarvis, insegnante e a sua volta attivista sociale, la mettesse in pratica con una festa fai da te in onore della madre sua, che era stata essa stessa una nota attivista per la pace. In compenso, a quel punto in molti la imitarono e divenne presto talmente popolare che già nel 1914 il Congresso decise infine di ufficializzarla, fissandola alla seconda domenica di maggio.
Nel 1917 l’iniziativa fu ripresa anche dalla Svizzera, nel 1918 dalla Finlandia, nel 1919 da Norvegia e Svezia, nel 1923 dalla Germania e nel 1924 dall’Austria. Col tempo si è diffusa in tutto il mondo. Curiosamente, con crescente disappunto di Anna Jarvis, che non gradì la crescente commercializzazione della ricorrenza. Addirittura, nel 1943 iniziò a organizzare una petizione per farla annullare. Ormai aveva però 79 anni, ben presto fu ricoverata in un ospizio, dovette smettere di raccoglie firme, e il 24 novembre del 1948 morì. Fu sepolta appunto accanto alla madre, oltre che alla sorella e al fratello, in un cimitero di Filadelfia. Curiosamente, non fu mai madre a sua volta, non essendosi neanche mai sposata.
La Festa della Mamma si è dunque mondializzata, ma la data non è uniforme. La scelta della seconda domenica di maggio è la più diffusa: non solo negli Stati Uniti ma in Giappone, in Australia e nella maggior parte dei Paesi europei. Ma i Paesi balcanici, ad esempio, la fanno coincidere l’8 marzo con la festa della donna, San Marino la celebra il 15 marzo, i Paesi arabi nell’equinozio di Primavera, eccetera.
Curiosamente, nella “mammona” Italia la Festa della Mamma arrivò tardi, anche se la famiglia e la madre erano tra i valori che i governi a guida Dc volevano rilanciare, nell’epoca della Ricostruzione. Tra l’altro, appunto per propagandare questi valori era stato inventato il Festival di Sanremo, che infatti nel 1954 vide la vittoria di una canzone come “Tutte le mamme”. “Son tutte belle le mamme del mondo”, proclamava. Proprio vicino a Sanremo e due anni dopo, il senatore democristiano Raul Zaccari nel suo altro incarico di sindaco di Bordighera iniziò a celebrare la Festa della Mamma al Teatro Zeni. La sponsorizzazione di Giacomo Pallanca, presidente dell'Ente Fiera del Fiore e della Pianta Ornamentale di Bordighera-Vallecrosia, lascia intendere come, valori a parte, l’idea avesse anche lo scopo di promuovere la vendita di fiori. Comunque l’appuntamento si affermò, pur spostato negli anni successivi al Palazzo del Parco.
L’anno dopo, il 12 maggio del 1957 si aggiunse un’altra festa inventata da don Otello Migliosi parroco di Tordibetto di Assisi. Anche lì l’appuntamento divenne una tradizione e per celebrarlo venne addirittura realizzato un “Parco della Mamma”. Progettato dall'architetto assisano Enrico Marcucci intorno ai resti dell'antica chiesa di Santa Maria di Vico, ha al centro una statua della maternità di Enrico Manfrini.
Il 18 dicembre del 1958 fu ancora Raul Zaccari assieme ai senatori Bellisario, Baldini, Restagno, Piasenti, Benedetti e Zannini presentatore di un disegno di legge tendente a ottenere l'istituzione della festa della mamma. Le resistenze di chi temeva di far degenerare l’occasione in una orgia di consumismo rallentò il dibattito per un anno, ma infine la legge passò. Il suo carattere ufficiale si riflette nel fatto che a scuola per l’occasione è tradizione far realizzare ai bambini per le mamme disegni e lavoretti, e imparare poesie.