Il ritratto
Un ricordo di Dr Ruth e dei suoi consigli liberi e gioiosi (nudi a letto solo se ce n'è motivo)
Secondo alcuni "Nonna Freud", secondo altri "un misto tra Kissinger e un canarino". Chi era Ruth Westheimer, la guru mondiale del sesso morta a 96 anni
Cosa vi aspettate dalla vostra vita sessuale se non vi impegnate? Questa era la pietra angolare di ogni consiglio di Dr Ruth, gioiosa novantaseienne morta la settimana scorsa dopo aver portato tanta luce – mai troppa, un po’ di mistero è una mano santa – nella vita sessuale degli americani con i suoi programmi radiofonici e poi televisivi, i libri, le videocassette e i giochi da tavolo che dagli anni Ottanta in poi hanno fatto di Ruth Westheimer la guru mondiale in materia di sesso. Nessuno ne ha mai parlato così tanto in pubblico, di sesso. Con l’accento tedesco che non l’ha mai lasciata, ricordo di un’infanzia felice a Francoforte interrotta bruscamente quando nel 1938 la famiglia è riuscita a spedirla in Svizzera per salvarla dal destino che ha inghiottito loro, Auschwitz, Ruth ha mosso i primi passi alla radio quando era una terapista di cinquant’anni con un programmino di 15 minuti di domenica sera, a mezzanotte, capace di farsi largo nell’immaginario degli spettatori fino alla costruzione di un impero.
“Fate bel sesso!”, diceva Dr Ruth, Nonna Freud secondo alcuni, “un misto tra Kissinger e un canarino”, secondo altri, una che si era sposata tre volte e che aveva avuto una formazione da cecchina (ma non ha mai sparato a nessuno) nell’Haganah, quando si era unita adolescente alla causa israeliana dopo gli anni in Svizzera da domestica orfana. Statura da Pollicina, non era sempre stata felice: in Francia, dopo la laurea alla Sorbona, aveva visto la fine del suo secondo matrimonio, si era ritrovata a crescere una figlia da sola, aveva fatto di tutto per guadagnare, prima che tutto prendesse una nuova piega, ottimista, con un diploma alla Columbia e l’inizio dei lavori belli, quelli per cui aveva studiato, e l’incontro con Manfred, ebreo tedesco bassino come lei, amatissimo. Tutto ha iniziato a splendere, fuori e dentro la coppia, che per lei restava il centro di ogni erotismo, la fiamma da tenere accesa a ogni costo. Dopo aver scelto bene, ovviamente: “Vorreste andare a letto con qualcuno che ha bisogno di piegare così bene i tovaglioli? Il sesso formidabile è caotico, non ordinato”.
Il suo piccolo mondo antico di erotismo casalingo – “nessuno deve starsene nudo a letto se non ha deciso di fare sesso”, “addormentarsi subito dopo è una cattiva abitudine”, “raccomando il sesso prima di andare a cena fuori” – ha portato tanta gioia e tanta liberazione a chi l’ha ascoltata e miracolosamente non si è mai offeso davanti alla chiarezza delle sue spiegazioni durante il suo programma “Sexually Speaking”, in cui cercava di aiutare i più giovani e risvegliare i più anziani, o nella sua rubrica su Playgirl. “Stanco o no, devi lavorare al tuo rapporto. Che c’è di terribile a sentirsi stanchi, poi?”, spiegava, e nel frattempo faceva allegramente montagne di soldi. Da brava influencer ante litteram, con la sua società Karola – il suo vero nome – produceva giochi da tavolo e libri e gestiva le sue apparizioni pubbliche, anche viaggi a tema in India, oltre al fatto che continuava a vedere i pazienti. Le videocassette erano un cult, mentre guidava o giocava a tennis diceva che non c’era niente di male a sognare di avere tutta una squadra di calcio nel letto. Senza rinunciare a un po’ di mistero: “C’è un problema con questa tendenza a condividere tutto”.
Era pure finita in un film con Gérard Depardieu e Sigourney Weaver, “Une femme ou deux” (traduzione italiana, “Alta, bella e pericolosa”). Da una parte era favorevole all’aborto e al divorzio, dall’altra credeva nella coppia e nella famiglia al punto da essersi data come missione di migliorare il mondo così, portando gioia. E insomma tocca viverla tutta questa vita, fare come gli sciatori, che sono gli amanti migliori secondo lei perché non stanno sempre sul divano, muovono il sedere, corrono rischi e incontrano pure un sacco di gente sullo skilift. Col suo accento tedesco prescrittivo e mai sbiadito diceva di tutto, libera e ironica: “Non farle fare quella cosa mentre guidi! Potresti avere un grrrrravissimo incidente!”.