Estate con Ester
Al veleno, moderna, ricorrente. Glossario delle separazioni con brevi studi fenomenologici
La chiusura della relazione tra Paola Turci e Francesca Pascale offre un ottimo spunto per analizzare il fenomeno relazionale di questo millennio infausto, dove nemmeno i figli bastano più a tenersi insieme
Senza troppe dichiarazioni, si lasciano anche Paola Turci e Francesca Pascale, l’epidemia di separazioni non risparmia nessuno, frana ogni amore di questo millennio infausto, manco i figli bastano più a tenersi insieme. È un’umanità che conosco bene. Sono il Caronte delle carte: accompagno gli amori in tribunale, faccio burocrazia dell’addio. C’è un mestiere, per quelli che si lasciano, il mio. Non è bello, ed era meglio non saperlo fare.
Glossario delle separazioni con brevi studi fenomenologici.
Separazione al veleno
L’avvelenato in questo caso è uno. L’altro sta bene, è ignobilmente calmo. Così va la vita, si è innamorato, deve andare. E l’altro? L’altro resta, infelice al di là di ogni possibilità di recupero. T’è capitata sotto mano una ragazzina perbene e, in nome della liberazione sessuale e della dissoluzione della famiglia, sei diventato il suo amante. Continuerai così per sempre, non sarai mai quello che vuoi ma quello che capita. Ho cercato, durante tutto questo periodo tremendo – tre anni di tormenti –, di esserti d’aiuto. Non te ne sei accorto. Mentre io riconoscevo che sí, la famiglia è soffocante, i ruoli che essa impone ci annientano, e di conseguenza facevo uno sforzo insopportabile per arrivare al nocciolo delle cose, e cambiavo, cambiavo in tutto, ero in espansione, tu non te ne rendevi nemmeno conto e se te ne rendevi conto ti disgustavi, guizzavi via, mi distruggevi con mezza parola, con uno sguardo, con un gesto. (D. Starnone, “Lacci”)
Separazione indecisa
I quasi ex coniugi sanno bene quali sono i motivi che li tenevano insieme, non certo l’amore. (Viola segue a pagina due). Le loro tare quadravano bene, non sarebbero del tutto disonesti se dicessero che era un matrimonio a suo modo funzionante. Quell’ammasso di abitudini, quel traccheggiare in misure varie che è l’amore degli adulti. Da molto tempo hanno raggiunto il punto in cui meriterebbero di meglio, ma tanto il meglio – si sa – non arriva mai. Si potrebbe resistere, quindi? E quanto? E come affrontare per il futuro la mancanza di felicità? Ma poi siamo sicuri che sia la felicità quello che ci serve per il futuro?
Ogni giorno ti chiedevi: “Perché non la lascio?” Eppure non l’hai fatto. Perché in genere la gente non lo fa. Tutti sono insoddisfatti, ma in generale le persone non si lasciano. (P. Roth, “Ho sposato un comunista”)
Separazione d’affari
Hanno facce calme, quasi riposate – à la guerre comme à la banque. Si tratta di coppie stravaganti che si sono trovate per ragioni di interesse e calcolo, specie uno dei due, bravissimo ad aggiustare gli affarucci suoi. La separazione diventa una partita di denari. Battaglioni di legali scovano chi ha pagato cosa e quando. Cosa è restituibile e cosa no. Ripartizione quote in caso di società, sangue. Dispetti. Ritorsioni calcolate per infliggere il massimo dolore. Resteranno in seguito molto amici, il bene è sincero, i conoscenti sono sconvolti.
Separazione moderna
Si lasciano, eleganti ed essenziali. Quasi come se non fossero stati insieme. Sono spesso molto giovani, nessuno dà dettagli sull’offesa eventualmente subita, paiono due al risveglio da un’anestesia. Una calma astratta, non ci si affanna a fingere niente. È tutto correttezza e precisione. Saldano la parcella molto rapidamente.
Separazione ricorrente, anche detta non definitiva
Ti lascio! Me ne vado! – e poi non se ne vanno mai. Qualcosa fa il miracolo, non si sa bene che. C’è una sorprendente assenza di risposte alla domanda “come fanno a stare ancora insieme?”. Dopo tutti questi anni dietro la scrivania dove si firmano gli addii, potrei quasi azzardare che è l’unica definizione di amore possibile. Prenotano a turno da noi avvocati per chiederci consulenza su chi prende la casa e quanto sarebbe il mantenimento, in caso di divorzio. Poi spariscono e non pagano mai.
generazione ansiosa