Love at First Sight, film del 2023 diretto da Vanessa Caswill 

Aerei anti molestie

Femmine e maschi separati. Addio al flirt ad alta quota sui voli, benvenuta arrabbiatura

Andrea Minuz

Una compagnia aerea indiana inaugura il check-in anti maschio. I “voli rosa” fanno il paio con il ritorno delle scuole femminili. Ma forse un vantaggio c’è

Leggiamo che la più grande compagnia aerea indiana, la terza nel mondo, sta sperimentando con successo i voli contro la mascolinità tossica. Ecco il check-in anti maschio, un’icona viola “visibile solo per le passeggere femminili” che mostra i posti occupati dalle donne per evitare di sedersi accanto a un uomo (tossico o meno non si sa, nel dubbio meglio lontano). Un altro piccolo passo in avanti verso il progresso, ma con vari dilemmi a cascata: “E con gli uomini che si identificano come donne come si fa?”. E poi se il maschio è anche nero, come faccio a dimostrare che i problemi miei di donna sono per la mascolinità e non per il colore della pelle? Si entra nel solito campo minato. Il ceo della compagnia parla però di “esperienza di viaggio impareggiabile” e l’entusiasmo è alle stelle. E qui ripensiamo con la lacrimuccia al mito del “romance” aereo. Lui e lei che si ritrovano per caso vicini di posto, in genere su un volo intercontinentale, in genere New York-Parigi, come in “Turbolenze d’amore”. Oppure, Diane Keaton che capitombola sopra Andy García in “Book Club” e naturalmente Meg Ryan, la queen del rimorchio up-in-the-air, che supera la fobia di volare con Kevin Kline in “French Kiss”, o ritrova Billy Crystal per caso, in volo, molti anni dopo l’università in “Harry ti presento Sally”. Fino a pochi anni fa, il flirt tra le nuvole andava fortissimo nei sondaggi. Si interrogavano gli esperti, “durante uno stato emotivo di ansia, come quello che può provocare l’aereo, è più facile provare attrazione verso chi ci sta vicino, combinazione che invece non capiterebbe in altre situazioni”. C’era anche AirDates, il “Tinder d’alta quota”. Un’app per geolocalizzarsi già in aeroporto o al gate, iniziare a chattare, ritrovarsi magari poi in volo. “Un aereo è il posto più sicuro per organizzare un appuntamento”, spiegava il solito startupparo che aveva intravisto una nuova nicchia nell’industria del dating. Era il 2016. Sembra passato un secolo.

Adesso la nostra reazione buona e giusta per gli aerei a prova di maschio dovrebbe lodare senza tentennamenti l’aumento di sicurezza per le donne, come con le “carrozze rosa” in treni e metropolitane, dove però le ragioni sembrano più comprensibili (ma poi, certo, anche in aereo con i voli lunghi, di notte, il personale di bordo che dorme, vai un po’ a capire). La reazione opposta, subito infilata nella fasciosfera, agiterà invece lo spettro della discriminazione, del sessismo renversé, col maschio vittima costretto a scontare millenni di patriarcato lasciando il posto alle donne come i neri sui bus nell’Alabama degli anni Cinquanta. I comici “politicamente scorretti” pianificheranno un “Aereo più pazzo del mondo” pieno di gag binary/non-binary e posti riservati per il “mansplaining”, sai che ridere. 

Le due fazioni si inferociranno. I pregiudizi si rafforzeranno. Maschi e femmine ne usciranno più incazzati di prima. Noi siamo per uno scetticismo titubante. Si comincia infatti sempre con le migliori intenzioni (la sicurezza delle donne), ma i maschi di qua e le donne di là suona sempre male, che sia per colpa del patriarcato o per le virtù della “giustizia sociale”. Del resto, i progressisti degli anni Sessanta salutavano con entusiasmo la fine delle scuole separate, quelli di oggi sono sedotti da questo tipo di formazione, “istituti altamente qualificati che funzionano benissimo, mentre nelle scuole miste le ragazze sono costrette a rallentare per tenere il passo dei maschi”. E non vedere quanto sia scivolosa questa retorica, magari sfoderata solo per paura di essere espulsi dalla squadra dei giusti, è un problema. Si può invece dubitare di una società che si immagina sempre più inclusiva ma che di fatto esaspera le divisioni, promuove un’atomizzazione radicale, divide l’umanità in nicchie e target e posti a sedere sempre più striminziti. Ognuno con le sue politiche identitarie. Ognuno con le sue barricate e battaglie da fare su Instagram. E quindi sì, anche l’aereo più sicuro per le donne diventa un segnale di un’altra cosa, meno ovvia, e assai meno progressista. 

Però espellere l’imprevisto e la sorpresa dalle nostre vite anche negli spostamenti, come fanno gli algoritmi di Netflix e Amazon con le serie e i libri “consigliati per te”, potrebbe avere i suoi vantaggi. L’anno scorso, sul treno per Foggia, Alain Elkann avrebbe viaggiato tranquillo, senza “lanzichenecchi”. E dopo maschi e femmine e posti intersezionali, prenoteremo un volo Milano-New York con l’icona rossa che indica i “vicini di posto consigliati per noi”: “Antifascisti, lettori di Repubblica, corporatura media, generalmente silenziosi, uno-due Adelphi come bagaglio a mano”. Buon viaggio!
 

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