Estate con Ester
Jennifer Lopez e Ben Affleck si rilasciano: se l'amore è un fallimento collettivo, allora liberi tutti
Pare ieri che dicevamo "viva gli sposi!", mentre oggi Ben e Jen si lasciano per la seconda volta. In quest’emergenza sentimentale d'amori liquidi, ecco un elenco delle coppie con relativi difetti di funzionamento che compromettono la durata
Pare ieri che dicevamo viva gli sposi!, e si lasciano invece per la seconda volta Affleck e Lopez, Ben e Jen. Nemmeno essere due semivecchi li ha salvati dalla centesima separazione. Se solo penso a quanto hanno speso di affitto yacht negli ultimi tre anni per farsi vedere scialare felici e gaudenti mi viene il mal di capo.
“Si lasciano i ricchi, si lasciano quelli che non avrebbero neanche i soldi per lasciarsi, si lasciano gli innamorati, si lasciano anche quelli che s’erano conosciuti quand’erano entrambi disponibili e disperati e si erano messi insieme per non lasciarsi soli. Si lasciano quelli che pensavano solo alla famiglia, si lasciano i poveri sposati per amore, si lasciano i milionari che avevano fatto bene i conti, si lasciano quelli che s’erano sposati perché il sesso era spettacolare. Si sono lasciati Brad Pitt e Gwyneth Paltrow dopo Seven, quando giravano pettinati uguali e sembrava dovesse durare per sempre, poi si sono lasciati Brad e Jennifer, Ben e Jennifer, Ben e l’altra Jennifer dopo che lei s’era pure mostrata disponibile a partorire tre volte per far nascere l’erede maschio. Si lasciano tutti, è solo questione di quando”.
Citarsi da soli è una grande scostumatezza, ma questa è la frase che ho rivisto più spesso con vigorose approvazioni a mezzo like nelle cartoline Instagram con gli aforismi. E non aveva certo la pretesa di essere una verità. Doveva solo far ridere. In quest’emergenza sentimentale d’amori liquidi si fa quindi necessario un elenco delle coppie con relativi difetti di funzionamento che compromettono la durata.
Gli elettivamente affini
Sapete certe anime destinate, quelli perfetti per stare insieme. Sapete quell’elettricità per l’aria, la chimica, l’etica. Lì dicono che hai buone possibilità. Il problema di credere alle affinità elettive è che ti costringono a due presupposti teorici impegnativi: che i caratteri siano una cosa stabile. E poi: che piaciuta una persona una volta, piacerà per sempre.
I palazzinari
Sono gli operai dell’amore, i costruttori dalle fondamenta. Quelli che ci hanno messo impegno, tirano su la cattedrale del sentimento da zero, con fatica, senza l’abbrivio dell’inizio. Qui è l’avviamento dell’impresa che costa troppo: l’assenza di spontaneità è una cambiale, domani o un altr’anno te la fanno pagare.
I giratori immensi che poi ritornano
Tra le illusioni coltivate con più lena da ogni umano innamorato, c’è la convinzione d’acciaio che la pazienza alla fine premia. Chi ha pazienza pesca il biglietto della lotteria che vince sempre. La verità è quella del Sun Tzu: pure con l’amore, come in ogni impresa mezza strategica e mezza fortunosa, più passa il tempo, più diminuiscono le possibilità.
A questo punto chi è poco intelligente potrebbe concludere per l’infinita vanità del tutto: perché innamorarsi, se non dura mai e non ci sono miracoli per nessuno? Perché se è un fallimento collettivo, l’amore, allora liberi tutti. E specialmente quelli nelle relazioni mosce e scartellate, che sono il 99 per cento del totale, liberi di pensare che anche per loro c’è una possibilità, che sono belli lo stesso. Chiunque abbia un amorazzo può sentirsi finalmente meglio, si continuino ad arare i campi della speranza, e va’ pensiero sull’ali dorate. Chi dice che alla fine non si trovi pace e discreta felicità. Se non ce la fanno i migliori, allora andrà meglio ai peggiori.
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio