genere e potere

Gli uomini se ne facciano una ragione: il futuro è nella cupola femminile

Lucetta Scaraffia

Giorgia, Arianna e la mamma Anna: oggi il massimo potere italiano si trova a essere impersonato da tre donne, single. Come a dimostrarci che le donne non solo sanno gestirlo, il potere, ma possono anche fare a meno dei "mariti ombra"

Il clan femminile Meloni ha fatto fuori anche l’ultimo maschio, ormai è ufficiale. Il massimo potere italiano si trova così a essere impersonato oggi da tre donne single – madre e due figlie – le quali hanno procreato a loro volta solo bambine, solo femmine. Una cosa simile non era mai accaduta non solo in Italia ma nemmeno in altri paesi occidentali. Dove al massimo ci si è spinti a vedere mariti legittimi due passi dietro qualche leader femminile: ma comunque, si sospettava, sempre privi di potere anche in famiglia (il signor Thatcher di sicuro!). Uomini su cui gravava insomma il compito d’imitare l’inimitabile, cioè di fare la parte delle mogli sorridenti e gentili di un tempo capaci di far trapelare in ogni gesto una assoluta solidarietà con il marito famoso. Compito per la verità quasi impossibile: dal momento che le donne hanno in questo millenni di allenamento e sono senz’altro più brave.
 

Sarà perciò, possiamo supporre, per questo che Giorgia e Arianna hanno deciso di fare a meno dei mariti ombra, sempre recalcitranti e chissà quanto lamentosi in famiglia per il loro ruolo secondario, secondo loro di sicuro immeritato. Tanto i figli, anzi le figlie, ormai le hanno: e dunque con sorridente fermezza hanno potuto tranquillamente far fuori questi orpelli inutili, ingombranti e faticosi. Questa è la vera rivoluzione: le donne prendono il potere e non solo sanno gestirlo, ma addirittura nella loro vita possono fare a meno degli uomini “della loro vita”. Le conseguenze sul piano pubblico sono imprevedibili, chissà cosa avverrà: molti capi e capetti cominceranno forse ad avere paura che il redde rationem fra poco arrivi anche da loro, come il crescente potere della segretaria personale di Giorgia fa temere.
 

Certo, per il momento Mattarella si presenta ancora come immagine patriarcale rassicurante, sempre accompagnato com’è dalla figlia devota, ma evidentemente, data l’età, è una figura del passato. Il nuovo, il futuro invece è là, nella cupola femminile che non si interessa solo a borsette e parrucchieri ma che ormai ha in mano le sorti del paese.
 

Nessuno però sembra accorgersene: né le femministe, ancora ferme alle vibranti condanne con cui hanno accompagnato a suo tempo il successo elettorale di Giorgia, bocciandola come possibile icona femminista. C’è persino chi ha detto che non si poteva considerare la sua elezione a premier un passo avanti nell’emancipazione delle donne perché si trattava di una donna che non riconosceva “né madri né sorelle”. Ultime parole famose…
 

Ma neppure sembrano accorgersene i commentatori politici, che hanno l’occhio appuntato solo sulle possibili crepe nella maggioranza e non sanno leggere nei conflitti che la attraversano, anche il fastidio psicologico di uomini abituati da sempre a comandare loro – vedi Salvini – i quali, ahiloro! devono adesso finalmente chinarsi davanti alle richieste di una donna, che come se non bastasse è anche più giovane.
 

La politica fa fatica ad adeguarsi al cambiamento della storia. Come in molte altre occasioni non riesce a vedere cosa succede nella realtà. Prendiamo le opposizioni: non fanno che accusare Giorgia di rappresentare il vecchio – cioè il fascismo – la società patriarcale, la sospettano continuamente di sabotare la libertà di aborto, i consultori… in sostanza di essere contro il potere delle donne. Una prova, l’ennesima, che le ideologie ottundono la mente, impediscono di vedere la realtà e di fare i conti con ciò che accade veramente. Forse una intervista ben fatta a Giambruno e a Lollobrigida servirebbe finalmente a chiarire le idee…

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