estate con ester
Catalogo degli umori da rientro dalle vacanze
Dagli insoddisfatti a quelli che progettano (come ogni anno) di cambiare vita. Ma ci sono anche quelli che si sono scocciati delle ferie d'agosto
All’ultima goccia di vacanza, catalogo di umori del rientro.
I felici di rientrare
Milano, mi sei mancata! Sono gli stessi che trovavi irragionevolmente pimpanti il primo giorno di scuola, con tutte le versioni fatte, satolli di noia, finalmente si comincia! Questi esseri avranno qualche pozzo di felicità privato, a cui attingono dalla nascita, mai stati dallo psicologo, grande autonomia nel governo degli stati d’animo, infatti si sono comprati una casa al mare.
Gli insoddisfatti
Doveva essere meglio. Il mare della Sardegna, l’hotel, la casa, il ristorante, l’isola deserta, la compagnia, le vongole, gli amici, l’itinerario, il pareo, le scarpe in valigia, il vino, Capri che non è più quella di una volta, la montagna nemmeno, in Puglia è diventato il caldo dell’Africa, in Sicilia si ingrassa, in Liguria stiamo uno addosso all’altro e se i liguri potessero ci farebbero esplodere. Non volevano una vacanza, volevano la cura.
“Vieni a Sanremo” scrisse Calvino a Pavese, per qualche giorno di vacanza.
“Fossi matto!”, rispose Cesare.
I Maglioncino
Sono stati in montagna e non riescono proprio a trattenere la frase: la sera stavamo con il maglioncino. È l’unica spacconeria che hanno. Per ingraziarseli bisogna rispondere: davvero?!, facendo una faccia invidiosa.
I Riguardatori di Proprie Foto
Hanno trascorso vacanze normali, ma usando la fotocamera come un’arma. Una barchetta affittata mezza giornata con l’obiettivo inclinato diventa uno yacht. Una varietà di ambienti abilmente scelta. Si son martellati di autoscatti. Lo scopo è uscirne come un attore a Saint Tropez nel 1960: dopo un certo numero di foto riesci a ottenere di tutto, occhi azzurri e addominali pure se sei Totò. È molto popolare secondo i parametri locali, online. Non gli importa che sia tutto finto, a lui i like mettono pace.
I progettisti del cambio vita
Loro non possono essere solo andati in vacanza, esigono una riprogrammazione dell’esistenza.
Cambieranno metodo, saranno organizzatissimi, lavorare meno, lavorare meglio, meno videocall, coltivare le relazioni, aumentare il fatturato.
Bisogna viaggiare di più, prenotando prima. Leggere, andare al cinema, i social solo mezz’ora al giorno, risparmiare per un fondo pensione, comprare vestiti classici e solo quelli che servono, farsi un bel taglio ai capelli, alzarsi un’ora prima di mattina. La fiducia nel futuro e nei propri mezzi per piegarlo è una forma di felicità molto raffinata.
I sono-solo-vacanze
È un pensiero grave quindi te lo tieni per te: le vacanze d’agosto scocciano. Ad agosto non vivi, sudi, non è bella stagione, è caldo indifferenziato. Lo scollinamento verso settembre è il momento migliore dell’estate perché in Italia si smonta la baracca. Agli altri prende la malinconia, a lui schiudono le uova del sollievo. Si torna alla vita normale. Riconosce qualcosa che gli altri non vedono: la bellezza dei giorni che passano tutti uguali, l’ordine gradevolmente meccanico del tutto scorre, quando hai quello che serve e non succede niente.
I mi-sono-innamorato-in-vacanza
A volte succede d’agosto. Un lampo di dramma e bellezza. Capita che due s’incontrino, e aiutati dall’abbronzatura, dal non aver niente da fare e dal buon carattere che per forza ti viene con tutto il tempo all’aria aperta, s’innamorino seriamente. Grandissima iattura, perché non si può procedere, nei mesi seguenti, al collaudo e al necessario ridimensionamento dell’altro, con l’affondo nella routine. I due si sognano perfetti, stando lontani, e il male s’aggrava. Vince il primo che si guarda una mattina allo specchio e si dice “ma che sto facendo?”, e non c’è neanche bisogno di fuggire perché tanto è già lontano.
generazione ansiosa