Estate con Ester
Trump, Kamala, Jerry Calà. In estate sembra che non succeda niente, e invece…
Non ce ne siamo accorti, forse faceva troppo caldo e stavamo mangiando un ghiacciolo al limone. Ma pensateci bene: ci è passata addosso una folata di storia non indifferente. Rassegna di eventi estivi che bastavano per tutte e quattro le stagioni
“Per fortuna ero al mare, dove i giorni non contano”. Una volta, caro Pavese. In estate pare sempre non succeda niente, e invece. Non ce ne siamo accorti, forse faceva troppo caldo e stavamo mangiando un ghiacciolo al limone, ma pensateci bene, ci è passata addosso una folata di storia non indifferente. Rassegna di eventi estivi che bastavano per tutte e quattro le stagioni. Siamo sopravvissuti all’estate più umida della storia. L’hanno detto ieri i giornali americani. Chi è riuscito a star tranquillo, sappia che ha fatto un piccolo miracolo.
Elezioni lampo in Francia. Hanno fatto tutto in un quarto d’ora, non ho neanche capito bene che è successo, forse fare il vuoto era proprio lo scopo. So che dovevano vincere le destre destrissime, e non hanno vinto. Ma ha perso pure Macron, non si è potuta fare l’analisi della sconfitta perché non essendoci un vincitore reale non c’è neanche un perdente distinto. A questi “non ha vinto nessuno” dovremmo far presto l’abitudine anche noi, a meno che non arrivi una nuova democrazia cristiana ma ci vuole convinta, pigliatutto.
Sparato Trump e mancato di un centimetro. Un cambio candidato presidente americano così, nel momento meno opportuno, non si era quasi mai visto. All’improvviso si è deciso per la pensione di Biden e in due minuti ci siamo trovati tifosi di Kamala Harris, fino ad allora conosciuta per essere stata un errore di valutazione, una personalità senza sale, un’antipatica in ombra. Nel giro di tre giorni la grande sfiducia è stata accantonata e tempo un paio di settimane anche grazie ai social d’agosto, iperattivi, Kamala Harris è diventata nell’ordine: figa, brat, prima donna nera forse presidente, yes she can, sondaggi a favore.
Il/la presidente del Consiglio Meloni s’è eclissata per una settimana e ha mandato un messaggio insolentito di risposta ai vari “dove sei?”. “Non sono concorrente del grande fratello, ci vediamo”. È un enorme importantissimo esempio di democrazia diretta inversa: ci ha messi a posto.
Ben Affleck e Jennifer Lopez si sono lasciati dopo una impossibile rimonta d’amore. Un ricongiungimento che all’epoca ringalluzzì i romantici, che erano avvinti: “esiste dunque l’amore d’acciaio, omnia vincit!”. No, non esiste, bisogna tenersi i modelli scassati che abbiamo tutti, gli amorazzi, le relazioni stentatelle, la coppia frolla. Il che non ne sciupa la bellezza.
Una nave che radunava impressionanti milionari è affondata per una tempestina poco lontano dalla costa siciliana, vicino Palermo, in circostanze oscure. Ci voleva Conrad per raccontare quella storia, è vero, e al momento non abbiamo nessun Conrad. Il tempo ci dirà se è stata Cariddi, come nell’Eneide, l’ingorda Cariddi che ingoia le navi. Una vorago / D’un gran baratro è questa, che tre volte / I vasti flutti rigirando assorbe. Pure Ulisse ne ebbe paura e preferì affrontare Scilla.
Il tempo ci dirà se è stata distrazione, se sfortuna, altro. O il tempo – ci sono buone possibilità – non ci dirà un bel niente. Christopher Hitchens una volta ha scritto un rigo meraviglioso sull’illusione dei nodi che vengono sempre al pettine. Sempre? Ma che pettini avete?
I fratelli Gallagher tornano a suonare insieme. Si potrebbe anche non aver paura di essere sempre i moderati dell’opinione e farne grandi titoli. Dire che è l’evento storico-musicale del secolo, di qui in avanti non può succedere altro. Chiunque abbia avuto vent’anni in quegli anni, quelli di Morning Glory, si sente come guarito da qualcosa o contagiato da qualcos’altro. Di buono.
Jerry Calà ha fatto un appello ai ragazzi invitandoli a divertirsi di più e fissare meno gli schermi. Non so quante metafore si formino in questa frase, considerando il soggetto e l’oggetto, ma le contiamo un’altra volta, il tempo è poco, la vita fugge, questa rubrica ha i minuti contati e anche io, tra poco aprono i cancelli virtuali per i biglietti degli Oasis. Non ci riuscirò mai, ma in fila davanti al pc, forse per ore, sarò giovane anch’io.
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio