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Il cinema italiano abbia uno scatto d'orgoglio: non si lasci scappare la vicenda Sangiuliano

Saverio Raimondo

Le ultime notizie riportano che l’ex ministro e sua moglie si sono ritirati in un eremo francescano per recuperare il matrimonio. Non viene in mente luogo più efficace per affossarlo definitivamente. Titolo: "Il nome della Rosaria"

Riguardo al caso Sangiuliano-Boccia, in molti hanno accostato la vicenda al cinema: chi alla commedia all’italiana, chi alla commedia sexy. In effetti, non c’è dubbio che la storia, i suoi risvolti, i suoi protagonisti, si siano sin da subito evidenziati come buffi e farseschi, e continuano a esserlo: le ultime notizie riportano che l’ex ministro Sangiuliano e sua moglie Corsini si sono ritirati in un eremo francescano per recuperare il matrimonio – non mi verrebbe in mente luogo più efficace per affossarlo definitivamente. Titolo: Il nome della Rosaria. La commedia all’italiana nasceva per “castigare ridendo” i costumi italiani; ha finito con il diventare un modello a cui ispirarsi, un’educazione sentimentale. Il ridicolo come stile stile di vita. In Italia ogni giorno assistiamo alla magia al centro de “La Rosa Purpurea del Cairo” di Woody Allen: sembra di vedere i protagonisti della nostra commedia uscire dagli schermi e aggirarsi per il mondo reale, alcuni persino arrivando al ministero – o a ricattarlo.

Siccome io però continuo e continuerò sempre a credere al primato della fantasia sulla realtà, esigo che il cinema italiano faccia uno scatto d’orgoglio e porti sul grande schermo questa vicenda, sublimandola ulteriormente. La sceneggiatura – o, in questo caso, la sceneggiata – è oggettivamente imbattibile; ma la vicenda può essere trattata come i grandi classici a teatro: le parole non si cambiano, il testo è quello, è l’interpretazione degli attori a fare la differenza. Proviamo allora a immaginare un cast degno per la trasposizione cinematografica di tutta questa vicenda. Per il ruolo di Sangiuliano – personaggio straordinario, un mix fra Sordi, Tognazzi e Peppino De Filippo - non avrei dubbi nello scritturare Carlo Buccirosso. Più asciutto dell’originale, ha comunque le “physique du rôle”, la teatralità, persino l’accento; bravissimo sia come caratterista che come attore a tutto tondo, merita questo ruolo da protagonista. Per interpretare invece la complessità di Maria Rosaria Boccia – più ambigua della semplice macchietta che poteva essere sulla carta – propongo Emanuela Fanelli. So che non è di Pompei; ma a parte il fatto che potrebbe imitarne perfettamente l’accento, non disdegnerei anche qualche licenza poetica, qualche tradimento cinematografico della realtà, sostituendo Pompei con Ostia Antica. Per il ruolo di Corsini, moglie di Sangiuliano, immagino un’attrice più “d’autore”,  magari un debutto nella commedia e nella farsa vanziniana di Alba Rohrwacher. Con un cast così, sfido il ministro Giuli a non dare i soldi del ministero per la realizzazione di questo film, che è sicuramente “d’interesse culturale”.

Ma se il cinema vorrà occuparsi di Sangiuliano, è giusto che Sangiuliano continui a occuparsi di cinema: non più come legislatore, ma come interprete. Questa vicenda ha fatto emergere infatti tutto il suo lato più buffo e istrionico; la performance al Tg1, dove passava dalla gag delle lacrime a quella del “vi mostro gli estratti conto”, è stata una prova memorabile. Invito gli sceneggiatori italiani a non dormire, a non farsi superare ancora una volta dalla realtà; e a scrivere subito un nuovo copione per l’ex ministro. La sua maschera comica è già perfetta, ha qualcosa persino di Lino Banfi. E se anche Lollobrigida volesse lasciare il governo e darsi al cinema, potrebbero formare una nuova coppia comica tipo Tognazzi e Gassman. Sarebbero perfetti per un remake de “I Mostri”. Che poi sarebbe, per due come loro, un ritorno da dove sono venuti: la commedia all’italiana, appunto.

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