La regina Elisabetta in treno, in uno scatto del giugno 2017 (Foto di Paul Edwards - WPA Pool/Getty Images) 

In viaggio con Alain

In treno sotto la Manica si parla di cani, fiori e meteo. La leggerezza che manca a noi e ai francesi

Alain Pierre David

Bla Bla British. Chiacchiere immuni a discorsi impegnati. Gli inglesi della terza età non sono molto cambiati e continuano imperterriti a interessarsi ai cani, ai gatti, al tempo che fa, ai viaggi e ai loro giardini. O per lo meno non esternano in carrozza pensieri troppo personali

Arrivo alla Gare du Nord a Parigi in ritardo per prendere il treno per Londra e mi dicono alla biglietteria che è rimasto solo un posto libero, accanto ad altre tre persone. Decido di prenderlo, ho un appuntamento urgente, e salgo sul treno che in poco più di due ore, passando sotto la Manica, unisce Parigi e Londra. Una delizia. Mi siedo accanto a una signora inglese con i capelli bianchi e con gli occhi azzurri: avrà circa settant’anni. Di fronte a lei siede un’altra signora inglese con i capelli bianchi e gli occhi azzurri. Sono entrambe vestite con pantaloni color pastello, di cotone, e indossano pullover bianchi, sempre di cotone. Chic. Di fronte a me siede un signore con folti capelli grigi, ben pettinati, e il viso un po’ rubizzo, anche lui di una settantina d’anni, che indossa pantaloni grigi, lunghi e chiari. Il volto delle due signore è abbellito da occhiali bifocali con montatura metallica dorata. Mentre il signore, che forse è il marito della signora accanto a me, indossa una camicia rosa e un pullover di lana leggera bordeaux, con occhiali con una montatura in stile anni Sessanta. Tutti e tre calzano scarpe bianche di cuoio traforato. Appoggiati sul tavolino davanti a loro tutti e tre hanno un iPhone di penultima generazione, lo si riconosce a occhio nudo, e il signore porta un orologio Apple. La signora accanto a me legge un romanzo su Kindle, riposto in un astuccio di plastica a fiori. L’altra signora legge in un’edizione Penguin un romanzo di Daphne du Maurier. Quando hanno servito il pranzo hanno scelto tutti l’opzione vegetariana e la signora accanto a me, e il suo presunto marito, mi sto incuriosendo, hanno chiesto un quartino di rosso mentre la signora che legge il libro cartaceo ha chiesto un quartino di rosè. Dopo il pasto il signore che sta di fronte a me consulta con grande concentrazione il suo iPhone, e si dedica a quello. Le due donne parlano fitto fitto dei loro animali. La mia vicina dice che ha quattro gatti e da poco tempo un cane mentre la signora seduta di fronte ha solo un fox terrier maschio molto agitato, ma molto affettuoso. La conversazione su cani e gatti è intensa e avvincente. In questo momento il treno è entrato nel tunnel sotto la Manica e la carrozza è diventata buia: le due signore si interrompono momentaneamente.

  
Ho capito che fanno parte di un gruppo che torna a casa dopo un viaggio organizzato a Parigi, ma nessuno ne parla. Sono tutti molto sereni e sembrano soddisfatti della loro vita presumibilmente di pensionati, e si godono la terza età. 

  
Dall’altra parte del corridoio che ci separa da due posti uno dirimpetto all’altro siedono una signora castana con i capelli cotonati e un tailleur e una camicia rosa e scarpe da ginnastica bianche e argento che parla con un signore con i capelli tinti di un arancione chiaro che sbadiglia di tanto in tanto ma ascolta con sporadici sorrisi quello che gli racconta la signora vestita di rosa. Il treno è uscito dal tunnel e le signore parlano del tempo che hanno avuto d’estate: prevalentemente grigio e piovoso con poche belle giornate. Fuori dal finestrino si vede che sta piovendo e le signore dicono: “Ecco siamo tornate a casa”. Intanto si avvicina un’altra signora con un pullover di cotone bianco e i capelli bianchi e dice in un inglese di chi ha studiato a Oxford che in ottobre andrà a fare una crociera su una grande nave con suo marito nel Mediterraneo. Il signore che guardava con intensità il suo iPhone guarda nel vuoto e poi con un sorriso dice “per fortuna c’è un raggio di sole”. Una signora chiede cosa hanno mangiato a Parigi per il breakfast. Le risponde solo il signore con i capelli tinti che ha bevuto un tè. Le conversazioni proseguono tra ricordi di viaggio e considerazioni sul tempo. Le signore che siedono accanto a me non parlano più di cani e gatti ma dei loro giardini dei fiori, delle peonie e delle difficoltà che hanno avuto per via del cambiamento di clima e di che enorme lavoro sia tenere in ordine il proprio giardino. Per oltre due ore non ho sentito parlare di intelligenza artificiale, della guerra di Gaza o della guerra in Ucraina. Non ho sentito parlare di tasse, di Brexit, del dibattito Harris e Trump, di inflazione, di aumento dei costi, di criminalità, di gender e nemmeno delle Olimpiadi o del nuovo governo laburista. Ho scoperto che, per fortuna, malgrado gli iPhone o la tecnologia, gli inglesi della terza età non sono molto cambiati e continuano imperterriti a interessarsi ai cani, ai gatti, al tempo che fa, ai viaggi e ai loro giardini. O per lo meno non esternano in treno pensieri troppo personali: idee politiche, preoccupazioni di salute, dettagli sulla vita dei figli o nipoti. Stranamente non ho sentito parlare di cavalli, ma forse non era il momento giusto per farlo e in poco più di due ore non si può parlare di tutto.

 

Quando scendo dal treno a Londra salgo su un taxi nero spazioso silenzioso e con la guida a destra, unico nel suo genere, come del resto gli autobus rossi che come le conversazioni che ho appena ascoltato in treno sul clima i giardini e gli animali sono così diversi dal mondo latino di Parigi, dove i taxi hanno odore di sigaretta o di cibo, o dai treni tra Milano e Roma, dove i viaggiatori sono attaccati ai computer agli iPad o ai telefonini e parlano dei fatti loro, dei loro figli e mariti, o di quanto ha fatto quel ministro quel sottosegretario e di chi è il nuovo o la nuova fidanzata di tizio o di caio. I cani, i gatti, i cavalli e il clima e soprattutto i giardini e le peonie non fanno parte delle conversazioni dei popoli latini. Gli italiani parlano soltanto nel bene e nel male degli uni e degli altri e i francesi di idee e di politica e si lamentano come se l’unico criterio fosse di dovere sempre dimostrare di essere intelligenti.

Di più su questi argomenti: