saverio ma giusto
Le pazze condizioni che Meloni avrebbe posto a Musk: stallo sull'assunzione di Pino Insegno
C'è chi fa gossip e dice che c'è del tenero fra i due, ma la verità è che l’intesa fra Meloni e Musk è senz’altro economica. Peccato che tra migranti su Marte e la spedizione di Lollobrigida sulla Luna, le richieste della premier mettano a dura prova l'accordo
Ho appreso, proprio sulle pagine di questo giornale, in quali ambiti e settori intende investire Elon Musk in Italia. L’incontro della settimana scorsa a New York fra l’imprenditore picchiatello e la nostra presidente del Consiglio è stato al centro di numerosi pettegolezzi – chi dice che fra i due ci sia del tenero: se non amanti, almeno consulenti per i grandi eventi; e chi dice che Elon guardi con occhi dolci Giorgia perché gli ricorda una sua vecchia fiamma, una fiamma tricolore. Ma la verità è che l’intesa fra Meloni e Musk è senz’altro economica. Un eventuale accordo sarebbe comprensibile da parte di entrambi: Meloni è a caccia di soldi, ben venga chi investe in Italia; per Musk il nostro paese, da sempre patria dell’evasione, è un paradiso fiscale.
Gli ambiti e settori nei quali il capo ultras di Donald Trump vorrebbe investire in Italia sono tre: portare e garantire la copertura internet anche lì dove banda larga e fibra ottica ancora non arrivano, il tutto tramite i suoi satelliti; aprire una fabbrica Tesla sul territorio nostrano; collaborare nel settore aerospaziale con aziende italiane. Queste le proposte di Musk; ma quali sono le condizioni poste da Meloni per giungere a un accordo? Posso facilmente immaginarmele. Partiamo dal settore aerospaziale: Meloni sarebbe disposta a favorire la cooperazione fra SpaceX e aziende del Made in Italy, a patto che Musk porti su Marte tutti i migranti. Sostanzialmente Meloni ha rifilato a Musk lo stesso accordo con l’Albania, ma in grande: Elon sarebbe l’Edi Rama dello spazio. Inoltre, Meloni avrebbe chiesto personalmente a Musk di toglierle dai piedi anche l’ex cognato Lollobrigida, spedendolo sulla Luna il prima possibile. Anche come cavia, anzi meglio. E magari con lui anche Matteo Salvini. E Tajani. E Marina Berlusconi. E Pier Silvio. Tutti sulla Luna.
In merito ai satelliti che porterebbero Internet anche lì dove attualmente non prende, Meloni avrebbe chiesto in cambio che questi stessi satelliti spiassero chi la spia. Alla domanda di Musk “e chi è che ti spia, Giorgia?”, Meloni avrebbe risposto “tutti” – e a Musk pare non sia sfuggito il tic nervoso alla palpebra destra della premier con il quale ha accompagnato la sua dichiarazione. Insomma Meloni trama un complotto contro chi trama complotti contro di lei – o meglio, contro chi lei crede che. Tocca vedere se i satelliti di Musk hanno sufficienti occhi e orecchie per spiare tutti quelli che Meloni ritiene stiano complottando contro il suo governo, cioè circa sessanta milioni di persone – solo in Italia; per non parlare di chi trama contro di lei in Europa…
Per quanto riguarda la fabbrica Tesla da aprire su suolo italiano, Meloni s’impegnerebbe a spianare la strada a Musk, a favorire permessi e accordi sindacali, purché lui assuma come direttore della stabilimento un ex fidanzatino delle medie di sua sorella Arianna. Pare che sia l’unico, fra parenti, amici o semplici conoscenti della famiglia a non aver ancora rimediato un incarico. Meloni avrebbe chiesto a Musk di porre rimedio. E, nel caso in cui gli ascolti di “Reazione a catena” su Rai 1 dovessero scendere ulteriormente, di assumere pure Pino Insegno. Musk avrebbe accettato tutte le condizioni dettate dalla premier, tranne Insegno. Trattative ancora in corso, si vedrà.