Social vietati ai ragazzi, un'idea non male. Prima però vietare le chat scolastiche dei genitori

Simone Lenzi

Fare a meno dei social fino a sedici anni, se fosse possibile, sarebbe un modo indiretto ma efficace di insegnare agli adolescenti quanto siamo diventati patetici noi adulti

Per un riflesso condizionato antiproibizionista, avrei detto d’istinto che non ha senso proibire l’uso dei social ai minori di sedici anni. Che sarebbe comunque una legge difficilmente applicabile, che tanto poi i ragazzi si fanno i gruppi su whatsapp etc. Ma ripensandoci, almeno in linea di principio, forse tanto sbagliato non è. Intanto perché gli adolescenti, privati ad esempio di tik tok, imparerebbero che non tutto si consuma in due secondi, strisciando un dito sullo schermo dello smartphone, e che le cose migliori richiedono invece tempo e attenzione. E poi perché, proibiti ai minori, i social guadagnerebbero forse la stessa aura che per noi aveva il motorino, quella cioè di un rito di passaggio atteso con impazienza. In questo modo, il tempo, che è ormai la categoria più debole, potrebbe tornare a essere una chiave del senso: i ragazzi imparerebbero a metterne un po’ fra il desiderio a la sua realizzazione, fra l’io e l’altro. Ripensandoci, insomma, confesso che non mi dispiace una legge che contrasti quella immediata disponibilità di tutto che ci ha privato del desiderio. Come tutte le cose attese, anche i social imporrebbero così, a chi finalmente può farne uso, il confronto fra l’aspettativa e la realtà. Come un sabato del villaggio globale, diciamo, dove l’“altro dirti non vo” della festa dei sedici anni, sarebbe quello che ben conosciamo tutti: la sana delusione nello scoprire che il villaggio globale è pieno di imbecilli. Di vongola_74 che pontificano sui massimi sistemi, delle duck-face di quelle che se la credono, di foto di libri appoggiati sulle gambe nude in riva alla spiaggia, della mitomania delle bio su X, e insomma di tutto il narcisismo ridicolo in cui pure siamo invischiati fino al collo. Farne a meno fino a sedici anni, se fosse possibile, sarebbe allora un modo indiretto ma efficace di insegnare agli adolescenti quanto siamo diventati patetici noi adulti. Ma qualora non fosse possibile proibire i social ai garzoncelli e alle garzoncelle, sottoscrivo da subito una petizione per proibire, sotto pena di morte, almeno le chat scolastiche dei genitori. Quelle sì, il male assoluto.