saverio ma giusto
Sanremo: chi trasmetterà la gara per decidere chi trasmetterà la gara?
Chissenefrega dei cantanti, io voglio sapere dove posso vedere la competizione per aggiudicarsi l’appalto del Festival! E i presentatori in rappresentanza dei loro editori: De Martino per la Rai, Gerry Scotti per Mediaset, Amadeus per Nove, Formigli per La7…
L’improvvisa vicenda giudiziaria a cui sono appese le sorti del futuro Festival di Sanremo è quanto di più avvincente si potesse immaginare in un paese come il nostro, dove tutto sommato non succede mai niente. Ricapitolando e sintetizzando: il Tar della Liguria (e già qui, colpo di scena: non esiste solo il Tar del Lazio!) ha stabilito che il Festival di Sanremo vada messo a gara in quanto è illegittimo l’affidamento diretto alla Rai (“fatta salva l’edizione del 2025”). Il fatto che la kermesse, da sempre specchio del paese, finisca a sua volta “a certe bollate” non fa che ribadirne la centralità. Ma veniamo al cuore della sentenza: bisognerà fare una gara per fare la gara. Siamo ben oltre Kafka; siamo cioè in terreni Rai. Non dimenticherò mai infatti quando a Sanremo 2022, l’ultimo con il Covid in gara, per accedere agli spazi Rai era necessario fare un tampone al centro tamponi Rai, ma per fare un tampone al centro tamponi Rai era necessario presentarsi con un tampone fatto, ovviamente negativo. Chi richiede il tampone per fare il tampone non può certo stupirsi, tantomeno protestare, se un tribunale sancisce che bisogna fare una gara per fare la gara.
Da telespettatore, dico anche che questa gara è ancora più interessante della gara stessa, cioè di quella canora. Chissenefrega di chi trasmetterà i cantanti; io voglio sapere dove posso vedere la gara per aggiudicarsi l’appalto del Festival della canzone italiana! Dovendosi trattare di una gara pubblica (lo dice il Tar della Liguria), credo sia giusto che a trasmettere questa gara sia senza dubbio né ulteriori gare d’appalto la Rai; magari potrebbe essere lo stesso Carlo Conti, sul palco del Teatro Ariston, a presentare le – 30? – emittenti in gara, che si sfideranno in cinque serate per aggiudicarsi il diritto a organizzare e trasmettere la sfida fra cantanti. Sul palco sfileranno i presentatori in rappresentanza dei loro editori: Stefano De Martino per la Rai, Gerry Scotti per Mediaset, Amadeus per Nove, Corrado Formigli per La7, Alessandro Borghese per Sky, Diletta Leotta per DAZN… Uno alla volta presenteranno il loro modo di presentare i cantanti, annunceranno il loro modo di annunciare il vincitore, esibiranno il loro modo di esibirsi. Il voto delle sala stampa, della giuria demoscopica e il televoto decreteranno il vincitore della prossima edizione del Festival di Sanremo – nel senso che poi lo devono organizzare.
Se la Rai dovesse arrivare prima in classifica, sarebbe un bel colpaccio: prima la gara della gara, poi la gara canora, e infine se l’Italia dovesse vincere anche l’Eurovision, si dovrebbe organizzare pure quello. Se invece la vicenda dovesse complicarsi – con ricorsi e appelli vari ed eventuali – difficilmente la si potrà trasformare in una kermesse da palco; e bisognerà necessariamente spettacolarizzare il tribunale, le aule giudiziarie, la giurisprudenza. Da questo punto di vista, il contenzioso potrebbe essere trasmesso o dalla Rai, a “Un giorno in pretura”, o da Mediaset, a “Forum”. Sarebbe comunque divertente, con Petrelluzzi che introduce il processo con un breve preambolo sui precedenti giuridici (ve ne sono? o stiamo facendo giurisprudenza?) o Palombelli che tenta di domare i bollenti spiriti Rai. Non vedo l’ora.